Migranti, terzo intervento sui centri in Albania: il piano per trasformarli in Cpr

Migranti, terzo intervento sui centri in Albania: il piano per trasformarli in Cpr

Trasformare i due centri albanesi in Cpr, cioè centri per i rimpatri. Sarebbe questa l’ipotesi allo studio del governo per tornare a rendere operative Shengjin e Gjader, le due strutture oltre Adriatico, rimaste vuote dopo le ripetute bocciature da parte dei giudici di primo grado e delle Corti d’appello dei trattenimenti dei migranti. Un’ipotesi di cui si sarebbe discusso in una riunione venerdì scorso tra la premier Giorgia Meloni il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il sottosegretario di Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano e che potrebbe prendere corpo in un nuovo decreto. Da strutture per ospitare i migranti caricati dai pattugliatori della Marina nelle acque internazionali del Mediterraneo, in attesa delle procedure di frontiera accelerate, Shengjin e Gjader diventerebbero così centri per gli irregolari già presenti in Italia e su cui pende un decreto di espulsione

I precedenti interventi legislativi

Finora non sono bastati i due interventi legislativi del governo per rendere pienamente operativi i centri in Abania. Prima il decreto con l’elenco dei Paesi sicuri per i migranti che approdano in Italia. Poi le competenze sulle convalide dei trattenimenti sottratte alle sezioni immigrazione, ritenute “troppo politicizzate” dall’esecutivo e affidate alle corti dall’appello. Tutti i giudici interpellati hanno sempre rigettato i fermi. Con la trasformazione dei due centri in Albania in Cpr verrebbero tagliato il passaggio “critico”: la convalida dei trattenimenti dei migranti, ora affidata alle Corti d’appello, che però hanno sempre rigettato i fermi, così come avevano fatto all’inizio le sezioni Immigrazione dei tribunali. Palazzo Chigi non sembra più orientato ad aspettare la sentenza della Corte di giustizia europea con la definizione dei Paesi sicuri: vuole risultati prima. Al costo di ridisegnare tutto l’impianto dei centri.

Tajani: su trasformazione centri Albania in Cpr vedremo

Sull’ipotesi di trasformare i centri per migranti in Albania in Cpr «vedremo» ha affermato il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della riunione ministeriale dei Paesi del Balcani Occidentali a Villa Madama. “Andremo avanti comunque, non lasceremo il lavoro in Albania”, ha concluso

Ipotesi braccialetto elettronico

Sempre in tema di migranti il governo starebbe pensando al braccialetto elettronico per gli stranieri che arrivano nel nostro Paese e fanno richiesta di protezione internazionale. Una misura alternativa alla detenzione nelle strutture ad hoc, ma pensata anche per evitare che i richiedenti asilo spariscano nel nulla una volta arrivati in Italia. Secondo quanto scrive il Messaggero la novità è contenuta in un emendamento del governo alla legge di delegazione europea all’esame del Senato approntato dagli uffici legislativi del Viminale.

Fonte: Il Sole 24 Ore