Milano al centro del confronto su immobili, ambiente e società

Oltre 800 operatori e professionisti del settore immobiliare internazionale – investitori, gestori patrimoniali, sviluppatori, architetti e funzionari pubblici di tutta Europa, ma anche dagli Stati Uniti, dagli Emirati e dall’Arabia Saudita –; 60 relatori fra cui l’ex presidente della Commissione europea José Manuel Durão Barroso, Janet Henry, global chief economist di Hsbc, e Kjetil Traedal Thorsen, cofondatore del pluripremiato studio di architettura Snøhetta; un ricco calendario di panel, tavole rotonde, incontri, visite a progetti immobiliari che stanno cambiando il volto di Milano. Il mondo del real estate si incontra in città – all’Allianz MiCo in viale Eginardo, ma non solo – dal 10 al 13 giugno per la conferenza annuale di Urban Land Institute (Uli) Europe, sezione europea dell’organizzazione no-profit con quasi 90 anni di storia, e che conta oltre 48mila membri in 80 Paesi.

«Milano è cambiata molto negli ultimi 15 anni e ha tante best practice da condividere, anche in vista degli sviluppi che stanno nascendo per le Olimpiadi, che la città sta usando come catalizzatore per accelerare la sua trasformazione», esordisce Lisette van Doorn, presidente di Uli Europe.

L’ambiente e l’attenzione agli impatti sociali sono ai vertici dell’agenda, che quest’anno più di altri risente del contesto geopolitico e macro-economico. «Gli immobili a prezzi accessibili sono un punto di contatto fra i due ambiti e se ne parlerà molto, anche perché nessuna città ha ancora trovato la formula perfetta che coniughi esigenze del pubblico e del privato – continua van Doorn –. Eppure se vogliamo sviluppare il business case per una transizione giusta e inclusiva, bisogna analizzare quali siano i benefici sociali che si stanno creando e che problemi futuri si stanno andando a prevenire, e incorporarli nelle decisioni di investimento. Investire oggi sulla tutela della biodiversità, su soluzioni climate e social positive, permetterà al settore di tagliare i costi, nel lungo periodo».

I temi chiave della conferenza sono «il passaggio dalla città della crescita alla città del riuso, la transizione ecologica (a cui Uli ha dedicato una task force, si veda la scheda), la trasformazione digitale – sottolinea Emanuela Recchi, presidente di Uli Italia, che in Italia conta 200 membri, raddoppiati dal 2021, di cui 87 under 35 –. Temi che Uli ha condensato nelle 3 D: decarbonizzazione, demografia – analizzata nelle sue implicazioni sullo sviluppo urbano e sui valori immobiliari — e digitalizzazione». Oltre ai panel, Recchi ricorda l’importanza dei Product Council, comitati permanenti al lavoro su temi chiave come l’abitare accessibile, il mixed use, i datacenter – che si riuniranno a Milano. Molte le sessioni dedicate a esplorare i trend emergenti del settore – sempre più spinto verso la diversificazione. Poi, il focus sulle nuove generazioni. Il gruppo di lavoro dei Next ( fra 35 e 45 anni) « si concentrerà sullo sviluppo della leadership, sulla promozione di nuove idee e sulla definizione del futuro della vita urbana», spiegano Paolo Bolis, local partner, e Daniel Benighaus, partner dello studio legale Greenberg Traurig, coinvolto nell’evento. «La conferenza si tiene nella settimana successiva alla tanto attesa decisione della Bce sui tassi di interesse e alle elezioni europee, e sarà l’occasione per discutere le prospettive del settore nei prossimi mesi».

Al cuore del programma i tour, divisi per ambito: rigenerazione, con lo Scalo di Porta Romana, il villaggio olimpico e Symbiosis; conversione, con via Broletto, Cordusio 2.0, Liberty Tower (l’ex Torre Tirrena), Spiga 26; riqualificazione, con Torre Velasca e le zone di Santa Sofia e Corso Italia; innovazione, con la visita a Mind.

Fonte: Il Sole 24 Ore