Milano presenta il Piano casa: serviranno 10 anni per completarlo

Milano tenta di dare le prime risposte al disagio abitativo con le prime linee guida del Piano casa, che porta la firma del nuovo assessore alla Casa Guido Bardelli. Il documento approvato ieri in Giunta indica un progetto spalmato in 10 anni, con 10mila alloggi da realizzare a costi accessibili per chi abita a Milano e nell’hinterland.

Nella prima fase verranno messi a disposizione 300mila metri quadrati di aree comunali. Si partirà con le prime quattro aree, per le quali l’amministrazione raccoglierà manifestazioni d’interesse entro la fine dell’anno: via San Romanello (circa 7.000 mq), via Sant’Elia (circa 18.000 mq), via Demostene (circa 4.500 mq) e Porto di Mare (circa 144.000 mq). Già da sole queste aree rappresentano il 50% della superficie complessiva messa a disposizione nella prima fase. Qui dovrebbero sorgere i primi 3mila appartamenti.

Il piano si svilupperà in modo incrementale, in coerenza con le previsioni del Piano di Governo del Territorio, per realizzare 10mila nuovi alloggi, di cui 6.500 a Milano e 3.500 fuori Milano, in un decennio. I primi 300mila metri quadrati di aree sono a valore simbolico, possono essere ceduti come diritto di superficie. In base all’accessibilità ai servizi e al trasporto pubblico, all’impatto ambientale degli interventi e alla ricaduta positiva che un’operazione del genere può avere sui quartieri, sono stati individuati 21 siti: via Giolli, via Trevi, via Pitagora, via Bovisasca, via Esterle, via Quinto Romano, via De Notaris, via de Lemene, via Zama/via Salomone, viale Certosa, piazza Abbiategrasso, piazzale Martesana, via Demostene, Pompeo Leoni, via Betti/Cechov, Porto di Mare, via Sant’Elia (ex Palasharp), via San Romanello, via Medici del Vascello, via Gatto/via Cavriana e via Balsamo Crivelli. Il Comune pubblicherà avvisi esplorativi per sondare il mercato dell’edilizia sociale.

l piano si articola su due fronti: la riqualificazione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica, le cosiddette case popolari, per cui ancora devono essere reperite risorse per la manutenzione (si parla genericamente di riorganizzazione, cioè razionalizzazione e possibili vendite); lo sviluppo di abitazioni in regime di Edilizia residenziale sociale calmierata (Ersc), vale a dire alloggi in locazione permanente con canoni che non superino il valore di 80 euro a metro quadrato all’anno.

Per l’attuazione del piano il Comune si impegna a valutare ulteriori aree di sua proprietà nell’hinterland, o immobili in disuso, lungo le direttrici della metropolitana e delle linee ferroviarie, aprendo interlocuzioni con i Comuni di Cologno Monzese, Gessate, Garbagnate Milanese e Senago.

Fonte: Il Sole 24 Ore