Mimit e Regione in campo da lunedì per il polo metallurgico del Sulcis
L’obiettivo: riavviare il polo metallurgico di Portoscuso nel Sulcis Iglesiente. Per questo motivo, già da lunedì inizieranno gli incontri al ministero delle Imprese e del Made in Italy per sciogliere i nodi delle tre vertenze che, assieme alle criticità, portano appresso oltre 800 milioni di euro di investimenti. Argomenti affrontati nel corso del vertice al Mimit cui hanno partecipato, oltre al ministro Adolfo Urso, la sottosegretaria Fausta Bergamotto e l’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani.
La lente del Mimit sui 3 casi industriali
Tre i casi esaminati: Portovesme, Eurallumina e Sider Alloys. Nel corso della riunione il ministro Urso ha illustrato quanto fatto in queste settimane, anche in vista delle riunioni dei tavoli specifici già convocati in sequenza dal Mimit: sulla vertenza Portovesme il tavolo con azienda e sindacati si riunirà il prossimo 5 febbraio, mentre per Eurallumina e Sider Alloys sono stati convocati i tavoli rispettivamente per il 20 e il 30 gennaio. «L’incontro, propedeutico ai tre tavoli specifici convocati nelle prossime settimane, ha evidenziato positivamente unità di intenti e una buona collaborazione con il ministro Urso e con il governo nell’affrontare le crisi – sottolinea Emanuele Cani, assessore regionale all’Industria – sino a oggi sono stati fatti passi avanti importanti rispetto al al Piano di approvvigionamento energetico, in particolare all’imminente modifica del Dpcm su cui la presidente Alessandra Todde ha chiesto un incontro urgente al ministro Picchetto Fratin».
Eurallumina e il piano da 360 milioni
Il piano di ripresa di Eurallumina, l’azienda controllata dalla russa Rusal e considerata primo anello della filiera di alluminio, prevede investimenti da 360 milioni di euro e un impiego di 1.500 persone tra diretti, indiretti e indotto. Proprio l’arrivo del gas dovrebbe permettere l’inizio delle opere di ristrutturazione degli impianti fermi dal marzo 2009 quando l’azienda decise di bloccare la produzione a causa degli alti costi dell’olio combustibile utilizzato per la produzione di vapore.
Una soluzione per Sider Alloys
Giovedì 30 sarà la volta della Sider Alloys, l’azienda italo svizzera che nel 2018 ha rilevato dall’Alcoa lo stabilimento per la produzione di alluminio primario di Portovesme. L’azienda è ora al centro della protesta dei sindacati che chiedono l’intervento del Governo, anche alla luce della partecipazione dello Stato nella compagine azionaria con un 20% attraverso Invitalia. Da qui la necessità, come ribadito dall’esponente dell’esecutivo, di «trovare soluzioni immediate per affrontare la vertenza». Alla Sider Alloys sono legati altri investimenti, con garanzia Sace, per circa 200 milioni di euro.
Glencore, la partita di Portovesme
Il 5 febbraio è previsto, infine, è prevista la convocazione de che si deve occupare della vertenza Portovesme Srl, azienda controllata dalla Glencore, che il 23 dicembre ha fermato la linea zinco. Una produzione definita, dal ministro Urso e dalla Regione «strategica». Non a caso, proprio il ministro il 27 dicembre scorso, ha incontrato i lavoratori e i sindacati all’interno della sala riunioni della fabbrica. Il ministro ha annunciato a breve «interlocuzioni con investitori interessati all’acquisizione di tutto lo stabilimento». Per la produzione di litio da batterie esauste la Portovesme Glencore ha un piano di investimenti che supera i 300 milioni di euro.
Fonte: Il Sole 24 Ore