Mind, al via il co-design per imprese sociali innovative

Mind, al via il co-design per imprese sociali innovative

Per ora è un totem digitale, appare un po’ freddo ma fa un lavoro vivo e vitale: aiuta le persone con Alzheimer a ricordare, a riannodare i fili interrotti del proprio vissuto. Invenzio è frutto della collaborazione tra i ricercatori del Politecnico di Milano (Dipartimento di Ingegneria gestionale e Ingegneria biomedica) e la cooperativa Residenze del Sole. L’intelligenza artificiale è stata nutrita di immagini, testi e video con i ricordi personali di ogni paziente e del contesto culturale in cui è vissuto. «Ora stiamo affinando il prototipo sia dal punto di vista tecnologico sia della user experience. Poi dopo una fase di sperimentazione vorremmo condividerlo con altre realtà sociali, e scalare» spiega Federico Bartolomucci, il ricercatore che ha partecipato l’anno scorso al progetto Capstone per il Sociale, ispirato dalla formula collaudata dell’Mit. A Milano Capstone è nato dalla collaborazione con Fondazione Triulza che sta selezionando altre realtà sociali interessate. E Capstone è emblematico della vocazione della fondazione, che è l’anima sociale di Milano Innovation District (Mind), a valorizzare le imprese sociali e a costruire ponti.

Imprese sociali e aziende tradizionali

Come accadrà al Social Innovation Campus (a Mind il 26 e 27 febbraio) con il via libera del tavolo di co-design a cui parteciperanno le social tech e le aziende di Federated Innovation, network di imprese in Mind, da A2A a Bracco da Esselunga a Abb. Fondazione Triulza è impegnata a fare da collante tra le corporate e le imprese sociali con l’idea che da questa contaminazione entrambe ne possano trarre beneficio. «Nell’ultimo anno siamo andati avanti nella parte di scouting di social tech, perlopiù cooperative sociali interessate a dialogare con il mondo profit. Si sono fatte avanti in 73, segno di una grande disponibilità del mondo delle imprese sociali innovative rispetto al tema del procurement. Le grandi realtà corporate chiedono servizi base (giardinaggio, pulizie ecc) e fanno un po’ fatica a immaginare qualcosa di più innovativo» spiega Chiara Pennasi, direttrice di Fondazione Triulza, rete di una settantina di organizzazioni del terzo settore e dell’economica civile nata alla vigilia di Expo 2015. Fondazione che peraltro è stata riconosciuta come cluster di economia sociale dall’Unione Europea.

Calderini: «Impatto sociale e innovazione assieme»

Per superare le difficoltà nel dialogo tra mondi così diversi si cerca una strategia nuova. «Ora per il tavolo abbiamo selezionato, assieme a Cgm, un centinaio di imprese sociali per arrivare a 36 valutando l’impact rating che tiene conto dell’impatto sociale e dell’innovazione – spiega Mario Calderini, presidente del Comitato scientifico della Social Innovation Academy, promossa da Fondazione Triulza – Per quanto riguarda le corporate definiremo assieme i servizi del procurement e gli strumenti amministrativi-procedurali».

In pratica l’obiettivo è puntare in alto disegnando servizi tecnologici rilevanti, realmente innovativi. E poi il Politecnico aiuterà a definire la modellistica contrattuale per il procurement tenendo conto anche della eventuale assunzione di persone svantaggiate. «In questo modo ci aspettiamo che dal tavolo di co-design escano sia bisogni qualificanti sia la strumentazione per fare ingaggio di mercato. Cosicché le 36 imprese sociali possano candidarsi e trovare un mercato pronto e si inneschi un meccanismo virtuoso con effetti positivi anche sulle competenze tecnologiche delle imprese sociali» aggiunge Calderini che è docente di Sustainability and Impact Management al Politecnico di Milano. Nella tarda primavera potrebbero dunque partire i primi bandi per il procurement sociale di servizi innovativi.

Microsoft e le compentenze per l’Ai

Al centro del tavolo di co-design ci sarà l’intelligenza artificiale generativa che potrebbe essere utile per numerosi servizi, come la sorveglianza, l’ assistenza sanitaria, il welfare. «L’Ai è un’opportunità per il mondo sociale di fare innovazione a basso costo -aggiunge Pennasi – ci sembra un buon campo di azione per unire aziende e sociale».

Fonte: Il Sole 24 Ore