MM 1, 60 anni e non patir confronti

MM 1, 60 anni e non patir confronti

Certi compleanni sembrano non arrivare per caso. Prendete per esempio la MM1, la linea Uno della metropolitana milanese. Venne inaugurata il primo giorno di novembre del 1964, alle ore 10,40 (i lavori di scavo e costruzione erano cominciati nel 1957). Il colore identificativo prescelto per le 21 stazioni, per complessivi 12,5 km da Sesto Marelli a Lotto, era il rosso, e a quel colore uniformarono le loro scelte d’allestimento (quanto mai felici ed esteticamente riuscite!) gli architetti Franco Albini, Franca Helg e Antonio Piva, con l’altrettanto giustamente celebre progetto grafico di Bob Noorda.

Il Compasso d’oro

Arrivò il prestigioso Compasso d’oro come premio, e non c’era di che stupirsene, visto che le nette, semplici e sinuosamente perfette linee della rossa ancora incantano per la loro leggerezza, funzionalità e maestria.

L’iconico corrimano

Basti citare l’iconico corrimano per averne subito plasticamente conto! Come dire, insomma, sessanta anni e non sentirne il peso: perché idea e allestimenti sono ancora decisamente attuali. Di più, quanto mai attuali, perché appena qualche settimana fa Milano festeggiava il debutto della travagliatissima linea 4. La Blu, per intenderci, giunta a compimento dopo lavori durati 13 anni. E il confronto, incredibilmente per una città che con la sua prima linea ha fatto storia nell’architettura e nel design, è diciamo esteticamente impietoso: basterebbe il grigio delle grandi mattonelle di rivestimento di questa linea (a guardarle si resta confusi tra le reminiscenze dell’ufficio polveroso del geometra brianzolo e l’antibagno appena sbaraccato dagli eredi della vecchia zia morta vedova, per non dir delle varie scale mobili bloccate o degli ascensori da terno al lotto…). Un’inspiegabile e quasi misterica catastrofe estetica, dal confronto impietoso con le essenzialità eleganti della rossa meneghina o con le gioiosità celestiali della fermata Toledo in quel di Napoli.

La mostra

Ma torniamo alla Rossa cui è dedicata la mostra “Dal progetto alla città: 1964-2024 60 anni di M1” alla Centrale dell’Acqua, il museo di MM (piazza Diocleziano 5, Milano). Ebbene tra video, plastici, macchinari originali, progetti, grafici e documenti ai visitatori è permesso di fare una corsa immersiva all’indietro fra i segreti di quest’opera rivoluzionaria per l’epoca (l’innovativo metodo costruttivo adottato, e che venne chiamato per l’appunto “metodo Milano”, permise di scavare e al contempo creare il minor impatto possibile sulla circolazione del traffico in superficie).

Ma non è tutto: i milanesi proprietari di case nei dintorni della linea pagarono e finanziarono in parte di tasca propria (con cifre oggi impensabili e rigorosamente proporzionate alla distanza e all’incremento di valore degli stabili che beneficiavano della vicinanza della linea M1). Tra le curiosità esposte si segnala un dettagliatissimo un plastico della tratta San Babila-Cairoli, realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano.

Fonte: Il Sole 24 Ore