Mobilità verde, può il turismo contribuire a svilupparla?

Mobilità verde, può il turismo contribuire a svilupparla?

Mobilità verde, può il turismo contribuire a svilupparla? Se lo chiede il il White Paper sulla mobilità sostenibile di Repower, gruppo energetico svizzero attivo nel settore, giunto alla nona edizione.

«La mobilità sostenibile sta vivendo un rallentamento nel suo sviluppo», commenta Fabio Bocchiola, ceo di Repower Italia nell’introduzione al rapporto: «Durante lo scorso anno non abbiamo registrato solo una contrazione nei numeri del mercato delle auto elettriche, abbiamo assistito alla progressiva messa in discussione di progetti e tecnologie, in un quadro internazionale che sta cambiando velocemente. Si tratta, però, di una fase che non mette in discussione lo sviluppo della mobilità sostenibile, ma sono i tempi di realizzazione che vengono rimodulati in questo scenario. Non solo, l’innovazione sta modellando nuove forme di mobilità dolce, che il White Paper analizza insieme alle applicazioni più promettenti della mobilità sostenibile, tra le quali spicca un settore in particolare del sistema paese Italia: il turismo. Si tratta di una industry che può liberare molto potenziale proprio grazie all’adozione di soluzioni innovative di mobilità».

Una previsione confermata anche da Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria:«“Per i prossimi quattro anni si prevede che il mercato globale dei viaggi crescerà più velocemente dell’economia mondiale con un tasso d’incremento compreso tra il 6% e il 10%. È quindi necessario costruire itinerari che coinvolgano anche le località più periferiche per facilitare il decongestionamento delle grandi mete turistiche. Trasporto pubblico, piste ciclabili e veicoli in condivisione: la multimodalità è la strada verso una mobilità sostenibile».

Il rallentamento del mercato elettrico

Il 2024 è stato un anno di stallo per il settore automotive italiano, che si riflette in una contrazione del 0,5% delle immatricolazioni di nuovi veicoli (dati Acea). In questo contesto non brilla il segmento delle auto full electric, che in Italia registra un calo dell’1%, con 65.620 vetture immatricolate, e una quota di mercato stabile al 4,2%, confermando il ritardo storico nei confronti dei maggiori mercati europei. Non va meglio per le auto ibride plug-in che hanno subito un calo significativo, passando dal 4,4% delle immatricolazioni del 2023 al 3,3% del 2024.

Diverso lo scenario che riguarda la rete di infrastruttura di ricarica: secondo i dati di Motus-E, l’Italia conta 60.339 punti di ricarica pubblici, con un incremento di 13.111 unità rispetto al 2023 (+28%). Un risultato ottenuto grazie a un’espansione capillare della rete e a un forte incremento dei punti di ricarica veloci e ultraveloci, che rappresentano ormai il 49% delle nuove installazioni degli ultimi 12 mesi. La distribuzione delle infrastrutture mostra una concentrazione maggiore nel Nord Italia, che accoglie il 58% dei punti di ricarica totali, seguito dal Centro (20%) e dal Sud e le isole (22%). Parallelamente, i punti di ricarica autostradali sono triplicati in due anni, passando da 310 a 1.057, ma solo il 42% delle aree di servizio autostradali è attualmente dotato di infrastrutture di ricarica.

Fonte: Il Sole 24 Ore