Mobilize Duo in prova: com’è e come la nuova microcar elettrica francese

Mobilize Duo in prova: com’è e come la nuova microcar elettrica francese

Una city car non deve essere necessariamente una city car. Può essere anche un quadriciclo, uno strumento di modalità che sta prendendo sempre più piede in virtù di tre fattori: la pressoché totale scomparsa di automobili piccole dai listini, la crescita dei prezzi e la consapevolezza che per la città, viaggiando spesso da soli, non ci vogliano veicoli iperdotati di accessori, elettronica e dispositivi di sicurezza. Renault punta ad intercettare questa clientela con il marchio di mobilità Mobilize e la Duo, che può essere considerata l’erede della Twizy e che debutta insieme alla sorella Bento, un piccolo mezzo commerciale destinato alla micrologistica urbana.

Il Mobilize Duo è un quadriciclo elettrico dallo stile sicuramente accattivante e colorato, offerto sia con omologazione L6 (6 kW e 45 km/h) guidabile anche da i 14enni, sia L7 (12 kW e 80 km/h) guidabile a 16 anni. È lungo 2,43 metri e ha un abitacolo biposto al quale si accede attraverso due portiere che si aprono verso l’alto in avanti, con un effetto scenico assicurato e la possibilità di entrare ed uscire in spazi poco più ampi dei suoi 1,3 metri di larghezza. Tale soluzione permette di avere un’ampia luce di accesso, ma il fatto che il sedile sia al centro e distante dai bordi non facilita le operazioni di entrata ed uscita dal mezzo. Per chi deve salire dietro, il sedile anteriore può essere avanzato sbloccandolo attraverso una fettuccia sul dorso allo schienale.

Anche in questo caso l’agio nell’entrare e nell’uscire non è il massimo e, una volta seduti, le ginocchia rimangono larghe intorno al sedile. Ci si sente insomma un po’ passeggero a bordo di una moto, ma c’è la cintura di sicurezza e c’è anche davanti, anzi ha il pretensionatore con limitatore di ritenuta e c’è anche l’airbag, una combinazione a favore della sicurezza pressoché unica nella categoria. La Bento è invece è una monoposto con un vano di carico che incrementa di 9 cm la lunghezza per la presenza di un vano di carico da ben 649 litri, ideale per le piccole consegne in città. Sulla Duo invece si percepisce la mancanza di un vano per portare oggetti piccoli, visto anche che di tasche sulle portiere non se ne parla e non ci sono neppure ganci per le borse della spesa. I materiali appaiono essenziali, ma robusti e sono anche lavabili.

Altri interessanti atout sono il parabrezza e il sedile riscaldato e il sistema di climatizzazione che si serve di un originale diffusore rotante alla base del parabrezza. Altrettanto originali sono il sistema audio che si serve di un trasduttore e la plancia che ricorda quella di un mezzo da lavoro. Peccato però che le strisce bianche e arancio si riflettano in modo fastidioso sul parabrezza. Interessante invece la parte telematica con la possibilità di utilizzare lo smartphone come una chiave Bluetooth e di poter fare altrettanto con altri 5 parenti o amici inviando loro la chiave virtuale sul loro dispositivo. Attraverso un’app si possono inoltre avere informazioni o controllare alcune funzioni in remoto e sono disponibili anche sistemi di gestione per le flotte o per il car sharing che permettono di limitare l’utilizzo in aree geografiche predefinite o inibire la ricarica in caso di furto.

A questo proposito, il cavo è attaccato al veicolo e alloggiato in un piccolo vano sul frontale: di serie c’è quello con presa tipo Schuko, a richiesta si può avere quello di tipo 2, la stessa utilizzata per le auto elettriche. La batteria è da 10,3 kWh netti ed è un modulo di quella della nuova Renault 5 composta da 4 moduli, dunque ha pregiate celle NMC, costose e sicuramente surdimensionate per questo tipo di utilizzo, ma garanzia di affidabilità e durata. L’autonomia è di 160 km per la Duo e di 149 km per la Bento. Per quanto riguarda la velocità di ricarica, si recuperano 25 km all’ora, per passare dal 20 all’80% ci vogliono 3 ore e 25 minuti.

Fonte: Il Sole 24 Ore