Moda, aumento di 200 euro al mese e 600 euro di welfare per i 400mila lavoratori

Moda, aumento di 200 euro al mese e 600 euro di welfare per i 400mila lavoratori

Per i 400mila lavoratori del tessile abbigliamento arriva un aumento di 200 euro, a regime, in tre anni, e un importo da spendere in beni e servizi di welfare, del valore complessivo di 600 euro nel triennio. Oltre a significativi miglioramenti sul welfare contrattuale – dalla sanità integrativa alla previdenza complementare, alla long term care – e sulla formazione. Sono questi alcuni dei punti qualificanti dell’ipotesi di accordo del rinnovo del contratto collettivo nazionale del tessile abbigliamento, siglato da Sistema moda italia (Smi) e Filctem, Femca e Uiltec, che riguarda circa 400mila lavoratori e 40mila aziende. Ma vediamo nel dettaglio i punti dell’accordo che è stato siglato a pochi mesi dalla scadenza del precedente contratto, nonostante la fase congiunturale che sta vivendo la filiera del tessile moda. Il presidente di Smi , Sergio Tamborini, spiega infatti che «pur in un momento particolarmente difficile per tutta la filiera del tessile abbigliamento, abbiamo firmato un contratto nazionale che segna l’inizio di un cambiamento positivo e costruttivo nel rapporto tra aziende e lavoratori. Accanto alle soluzioni di carattere economico è stato importante equilibrare da un lato le esigenze di professionalità ed efficienza delle imprese, dall’altro quelle di sicurezza, equità e bilanciamento vita-lavoro dei nostri collaboratori. In questo contesto, anche la rinnovata attenzione al welfare, quindi al benessere complessivo dei dipendenti, diventa un importante elemento di svolta per una relazione proficua tra aziende e lavoratori». Per i sindacati si tratta di «un contratto innovativo, che punta sulle Relazioni Industriali per il rilancio del settore, dando risposte certe alle lavoratrici e ai lavoratori, non solo in termini economici, ma anche normativi, con specifica attenzione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro», dicono Sonia Tosoni, Raffaele Salvatoni, Livia Raffaglio, rispettivamente segretari nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil. Secondo il loro calcolo, il Trattamento economico complessivo, considerano l’aumento e il miglioramento degli istituti di welfare sale a 232 euro in media. Ma vediamo.

La parte economica

Per recuperare la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni, tenendo conto delle previsioni inflattive di qui al 2027, Smi e i sindacati hanno concordato un aumento medio del minimo contrattuale, il cosiddetto Tem, di 200 euro lordi complessivi al 4° livello dell’inquadramento. Sarà erogato in 3 tranches, 95 euro subito, da questo dicembre, 57 euro da gennaio 2026 e 48 euro da gennaio 2027. Il montante complessivo sarà di 4.001 euro e l’aumento corrispondente alla percentuale sui minimi dell’11,20%, secondo quanto calcolano i sindacati. Da notare che chi è inquadrato al primo livello avrà un incremento nel triennio di 271 euro: questo consentirà il superamento della retribuzione oraria di 9 euro.

Per massimizzare il reddito netto a beneficio dei lavoratori, è stato definito anche un importo del valore di 600 euro che potranno essere spesi in beni e servizi di welfare, quindi servizi con finalità sociale, di educazione e istruzione, di assistenza familiare e poi anche beni e servizi in natura che, con i recenti interventi normativi, godono di esenzioni fiscali e contributive rilevanti. Subito in dicembre arriveranno i primi 200 euro, poi entro il 31 dicembre del 2025 ulteriori 200 ed infine entro il 31 dicembre del 2026 gli ultimi 200 euro. L’elemento di garanzia retributiva che è presente nelle aziende in cui non c’è la contrattazione di secondo livello e non vi siano trattamenti retributivi individuali aggiuntivi rispetto a quelli del contratto, con decorrenza dal 2025, è stato elevato da 300 a 350 euro.

Regole del rapporto di lavoro uguali per tutti

Tra le novità di questo contratto c’è l’eliminazione delle differenze tra operai, intermedi e impiegati nella regolamentazione del rapporto di lavoro. Smi e i sindacati hanno deciso di superare queste distinzioni, ormai largamente obsolete, e di fare un lavoro di sintesi ed integrazione. Con il nuovo contratto nazionale è stata così definita una disciplina normativa contrattuale generale sulle modalità di assunzione di giovani laureati o diplomati, sulla disciplina del trattamento economico di malattia, soprattutto per quanto riguarda le malattie brevi e sul periodo di preavviso contrattuale.

Inoltre è stato definito un intervento sulla flessibilità con la definizione delle causali contrattuali che consentono il prolungamento della durata dei contratti a termine da 12 a 24 mesi.

Fonte: Il Sole 24 Ore