Moda, le aziende chiedono tutele. Sostegni da Governo, Ice e Unicredit

Moda, le aziende chiedono tutele. Sostegni da Governo, Ice e Unicredit

L’aumento eccessivo, e in molti casi ingiustificato, dei prezzi di borse e capi d’abbigliamento, attuato da vari marchi negli ultimi due anni, non ha solo allontanato dal mercato migliaia di consumatori. Ha anche causato una contrazione della produzione che ora mette a rischio il lavoro di tanti addetti. «La dinamica dei prezzi collide con la dinamica dei pezzi – ha sottolineato Sergio Tamborini, presidente di Confindustria Moda, all’inaugurazione del salone Pitti Uomo a Firenze – e nelle fabbriche i pezzi sono la parte davvero importante: la moda è fatta di persone che lavorano».

La tutela della filiera al centro della fiera

La tutela delle filiere italiane del fashion è stata il fil rouge degli interventi istituzionali all’apertura della fiera che ospita le nuove collezioni autunno-inverno 2025-2026 di 770 marchi (per il 45% stranieri). «Il momento è delicato», ha sottolineato Antonella Mansi, presidente del Centro di Firenze per la moda italiana (Cfmi), la holding che controlla la società organizzatrice dei salone di Pitti, Pitti Immagine, indicando il 2025 come anno-chiave per il rilancio. «Chiediamo al Governo di supportare le filiere italiane – ha detto Antonio De Matteis, presidente di Pitti Immagine – ma invitiamo anche gli imprenditori a cambiare, innovare, non legarsi a un solo cliente. Dobbiamo rimboccarci le maniche e avere fiducia: il 2024 non è stato facile, anche se l’export ha retto, il 2025 parte carico di buoni propositi». In effetti le vendite della primavera-estate non sembrano essere andate male, anche se le previsioni restano caute e sull’industria della moda maschile pesa il calo di fatturato (-3,6% a 11,4 miliardi di euro) registrato l’anno scorso.

Per questo dalla sindaca di Firenze, Sara Funaro, e dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, sono arrivate le richieste di proroga della cassa integrazione in deroga per le piccole aziende in difficoltà che – sulla base delle indicazioni attuali – scadrà il 31 gennaio prossimo. Una richiesta che il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, collegato in video, si è impegnato a discutere coi suoi colleghi dell’Economia Giancarlo Giorgetti e del Lavoro Marina Calderone, chiamati a stanziare le risorse, assicurando di aver già sentito, lunedì 13, la ministra Calderone: se ne riparlerà al tavolo nazionale della moda convocato a Roma il 24 gennaio, insieme con la rinegoziazione dei prestiti garantiti da Sace, Mediocredito Centrale e Simest e con la questione calda del credito d’imposta per ricerca e sviluppo relativo agli anni 2015-2019, al centro di una battaglia su restituzioni e compensazioni. «Non vogliamo limitarci solo a tamponare le emergenze – ha aggiunto Urso – ma anche delineare una politica industriale per il settore. Occorre superare questa fase, che penso sia contingente ma che ha avuto impatti importanti soprattutto sulle Pmi». In questo senso, ha spiegato Urso, vanno le misure inserite nel ddl annuale sulle Pmi varato ieri dal Consiglio dei ministri, che attua la legge 180 del 2011, rimasta finora lettera morta.

Il ddl Pmi stanzia 100 milioni

Tra gli interventi inseriti nel provvedimento per rafforzare le piccole e medie imprese, favorendo l’aggregazione e il passaggio generazionale, ma anche l’accesso al credito e la transizione ecologica e digitale, ce n’è una riservata alle Pmi del settore moda. Si tratta dei mini-contratti di sviluppo che serviranno per sostenere, attraverso contributi a fondo perduto, investimenti produttivi (in tecnologie digitali e tecnologie pulite) compresi tra 3 e 20 milioni di euro. I contributi potranno andare dal 45 al 55% e la misura è finanziata con 100 milioni. Punta a far ripartire gli investimenti nella moda anche Unicredit, sponsor delle fiere Pitti, che promette di rimodulare i finanziamenti in essere e di concederne di nuovi per agevolare la transizione della moda grazie allo stanziamento di un plafond da 1 miliardo.

Sempre per sostenere il sistema-moda, il presidente dell’Ice Matteo Zoppas ha invitato le aziende a utilizzare gli strumenti messi in pista dall’agenzia e anche da Sace, Simest e Cdp, e ha confermato gli investimenti per portare alle fiere del Pitti i compratori stranieri: «Sarà un anno record per i contributi all’incoming dei buyer, finanzieremo l’arrivo a Firenze di 850 da tutto il mondo».

Fonte: Il Sole 24 Ore