Moda uomo, surplus commerciale record a 3,6 miliardi nel 2024

Moda uomo, surplus commerciale record a 3,6 miliardi nel 2024

Apre a Firenze il salone Pitti Uomo, il più importante al mondo per la moda maschile, e l’obiettivo degli operatori è uno solo: trovare il modo per attenuare la potenza dei venti freddi che stanno “congelando” il mercato della moda. I 770 marchi di abbigliamento, scarpe e accessori presenti alla fiera (fino a venerdì 17 alla Fortezza da Basso), per il 45% stranieri, proveranno a farlo con le collezioni che ci proiettano nell’autunno-inverno 2025-2026, stagione alla quale è ormai affidata la ripartenza.

Capi eleganti e senza tempo, proposte informali e comode, workwear: «Abbiamo spinto più che in passato sul mix merceologico – spiega Raffaello Napoleone, amministratore delegato della società organizzatrice dei saloni fiorentini, Pitti Immagine – mescolando in modo audace le carte tra fashion e lifestyle. Non possiamo stare a guardare, dobbiamo interpretare la complessa fase che sta vivendo la moda e tradurla in scelte di mercato».

Il segmento è andato meglio del previsto nel 2024

Un mercato che, per quanto riguarda l’uomo, nel 2024 in Italia è andato meglio del previsto, e anche meglio di quello femminile e di quello junior. Le prime stime elaborate da Confindustria Moda per Pitti Immagine indicano un fatturato dell’industria italiana della moda maschile in calo del 3,6%, sceso da 11,8 a 11,4 miliardi di euro dopo tre anni di crescita seguiti al Covid. La sofferenza attuale è da collegarsi all’aumento dei prezzi, al rallentamento di economie-chiave come Germania e Cina, alle guerre in corso. I produttori di moda maschile, in pratica, hanno lasciato sul terreno circa 400 milioni di euro. Chi ha comprato meno made in Italy rispetto all’anno precedente? I consumatori italiani. Forse anche per un aumento eccessivo dei prezzi finali (si veda anche l’intervista a pagina 27 a Brunello Cucinelli, presente da oggi a Pitti Uomo e che sarà poi a Milano per i giorni della moda maschile del capoluogo lombardo, fatti di sfilate e presentazioni in showroom).

L’export in tenuta

L’export, pilastro fondamentale per il comparto uomo, infatti, ha tenuto: le vendite all’estero nel 2024 sono rimaste praticamente stabili (+0,6%), sopra 8,8 miliardi di euro, conquistando un peso vicino al 78 per cento. Al primo posto per acquisti si è piazzata la Francia (+7,5% nei primi nove mesi 2024 a 906 milioni; i dati dell’intero anno non sono ancora disponibili), seguita dalla Germania (-2,9%) e dagli Stati Uniti (+0,6%). In quarta posizione c’è la Cina che ha fatto segnare +30% negli acquisti di moda uomo made in Italy (arrivando a 563 milioni di euro).

L’altra buona notizia è che il saldo commerciale ha raggiunto un livello record, grazie al tonfo segnato dall’import (-6,6% a 5,26 miliardi): il risultato è che, in un anno costellato da difficoltà e cassa integrazione, la bilancia commerciale segna +3,6 miliardi di euro (contro quasi 3,2 miliardi del 2023 e 2,4 miliardi nel 2019 prima del Covid). L’ultima sorpresa che emerge dal report sulla moda uomo è relativa ai consumi finali delle famiglie italiane, che nel 2024 hanno rallentato anche se la ripresa nei mesi estivi e nell’avvio d’autunno sembra aver “salvato” l’anno (+0,6% la stima in valore): la deduzione è che, visto il calo di acquisti di made in Italy che abbiamo segnalato, la tenuta dei consumi è da far risalire a capi d’importazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore