Moto e scooter: il made in Italyresta strategico

«L’Italia è il paese europeo dove si produce il maggior numero di due ruote, non dobbiamo perdere questo primato, serve supporto alla ricerca e allo sviluppo futuro di nuovi prodotti, come ad esempio i crediti d’imposta. Non vorremmo fare la fine dell’auto». Lo dice senza mezze parole Mariano Roman, presidente da febbraio scorso di Ancma, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta i costruttori di motocicli, con un aggregato complessivo pari a 15 miliardi e 100mila addetti. «Come produttori combattiamo in una situazione globale, con concorrenti che non sono soltanto i giapponesi ma si aggiungono anche i cinesi e dobbiamo vincere con il Made in Italy sul prodotto – sottolinea il presidente Roman – e per far questo bisogna supportare le aziende e mantenere la competitività. Il Made in Italy va supportato con investimenti importanti su prodotto e comunicazione».

Le parole di Roman arrivano a margine di una edizione del Salone Eicma che il presidente definisce «entusiasmante», in un periodo durante il quale il mercato registra un trend di crescita intorno al 5%, una performance considerata dagli operatori soddisfacente visti i rallentamenti in corso in molti mercati, a iniziare dall’auto, e le enormi incognite macroeconomiche che stanno condizionando molte industry. «Prevediamo una chiusura dell’anno a quota 350mila immatricolazioni contro le 337mila dell’anno scorso».

A osservare i macrotrend del mercato, emergono almeno due elementi. Da un lato, la crisi dell’elettrico che accomuna il mondo delle due e delle quattro ruote, al netto però dei quadricicli che invece crescono del 30%, dall’altro un interesse crescente per il segmento delle moto. Nel periodo gennaio-ottobre le immatricolazioni sono state 8.957, il 19% rispetto al 2023 che a sua volta aveva segnato una contrazione del 36% sul 2022. «Gli incentivi prevedevano aiuti per il 30% ma non sono riusciti a bloccare questa contrazione anche se nel mese di ottobre abbiamo registrato un +12% di immatricolazioni di mezzi elettrici, un segnale positivo che fa ben sperare» spiega il presidente Roman. Gli incentivi hanno dato sì una mano, ma hanno spinto poco le vendite. E allora serve un correttivo, sugerisce Roman, «io penso che la garanzia di una continuità nel tempo dell’incentivo sui mezzi elettrici possa risvegliare questo comparto del mercato, anche perché i veicoli elettrici non sono ancora competitivi dunque serve un sostegno alla domanda certo e duraturo per sostenere questo mercato». Dal 2013 ad oggi, una delle tendenze di maggiore evidenza è stata la crescita di interesse verso le moto, una sorta di rinascita, trainata dal lavoro fatto dalle case produttrici su nuovi modelli e dal rilancio di numerosi brand italiani. «Se guardiamo ai dati, nel 2023 abbiamo registrato oltre 145mila pezzi, nel 2013 erano poco più di 50mila – descrive Roman – c’è stata una evoluzione estremamente positiva». In dieci anni sono aumentati anche gli scooter, cresciuti del 50%, accanto ad un raddoppio dei ciclomotori. «Al netto della crisi dei volumi innescata nel 2008, le moto stanno guidando la ripresa» aggiunge Roman.

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Fonte: Il Sole 24 Ore