Mps, Salvini: orgoglioso di aver salvato un patrimonio quasi distrutto dalla sinistra
«La sinistra era quasi riuscita a distruggere un patrimonio enorme come quello di Mps che oggi invece diventa, grazie all’azione dello Stato e a una gestione ordinata, un polo attrattivo per grandi investitori italiani. Ne sono molto orgoglioso: la strada era ed è quella giusta». Così il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini commenta, in una nota, le ultime vicende dell’istituto dopo il terzo collocamento di azioni da parte del Mef.
Da JpMorgan a Mediobanca, il mercato vede le nozze Banco-Mps
La mossa di Banco Bpm, che ha acquistato una quota del 5% di Mps e salirà al 9% del Monte dopo l’Opa su Anima, apre la strada a una possibile fusione con la banca senese, anche se il processo non è scontato e i tempi non saranno brevi. È quanto emerge dai report di alcuni gli analisti finanziari. «Non escludiamo del tutto l’acquisizione di Mps da parte di Banco Bpm tra un anno», affermano gli analisti di Jp Morgan Delphine Lee, in una nota ai clienti, secondo quanto riferisce Bloomberg. Ipotizzando un prezzo di acquisizione di 7,17 euro ad azione, con un premio del 30% e sinergie di costo per 550 milioni, l’operazione, scrive la banca Usa, sarebbe accrescitiva dell’utile per azione del 7% in caso di operazione carta contro carta. Per Mediobanca la mossa scatenerà «speculazioni di M&A relative a un’acquisizione totale di Mps» in quanto «i vantaggi di avere Mps come distributore sono chiaramente presenti ma probabilmente marginali, nel contesto della quota del 9%» mentre una fusione tra le due banche «sarebbe accrescitiva per l’utile per azione» di Banco Bpm mentre «l’impatto iniziale del Cet1 si ridurrebbe nel tempo» rendendo l’operazione «molto più vantaggiosa» per Castagna «rispetto a un acquisto di azioni proprie».
«Ultimo ma non meno importante, continuiamo a pensare che l’obiettivo finale del governo per Mps sia l’M&A e, a nostro avviso, gli altri azionisti non si opporrebbero a questo scenario». Una volta conclusa l’opa su Anima il Banco, afferma Intermonte, avrà «accesso alle oltre 1.300 filiali di Mps per poter distribuire prodotti assicurativi e di Anima” mentre “in futuro, non possiamo escludere che le due banche possano convergere verso un consolidamento». Per Equita il collocamento del Tesoro, a cui hanno partecipato anche il gruppo Caltagirone e Delfin, «andrà a costituire un nucleo azionario rilevante in Mps» che da un lato «permette di stabilizzare l’azionariato (e la governance) anche in caso di completa uscita da parte dello Stato» e dall’altro «apre a prospettive di ulteriore consolidamento nel settore» che «anche se non necessariamente di breve termine, aumentano l’appeal speculativo sul titolo».
Fonte: Il Sole 24 Ore