Mta resiste alla crisi dell’auto e avanza con ricavi record

Mta resiste alla crisi dell’auto e avanza con ricavi record

Realizzate con componenti elettrici ed elettronici diretti ai maggiori brand globali dell’auto (due terzi del business), del movimento terra, e degli autoveicoli in generale. Percorso che prosegue sia attraverso lo sviluppo organico che le acquisizioni, con tre operazioni realizzate negli ultimi quattro anni investendo nel complesso 50 milioni. Per i caricabatterie e convertitori di potenza di Edn, le antenne di Calearo Antenne, le centraline controllo motore di Efi Technology, operazione, quest’ultima, finalizzata a gennaio.

«La nostra idea è quella di inserire prodotti interessanti o tecnologie che non possediamo. Se è vero che i volumi delle vetture nel mondo in media andranno a contrarsi, l’unica soluzione per incrementare i ricavi è quella di avere una penetrazione maggiore all’interno del singolo veicolo, arrivando a fornire un numero più alto di componenti. E’ la strada che stiamo seguendo, con risultati importanti».

Il cuore dell’attività del gruppo fondato a Codogno nel 1954 dalla famiglia Falchetti riguarda sviluppo e progettazione, innovazione a cui è dedicato oltre l’11% dei ricavi e una platea di oltre 300 ingegneri, dislocati a Codogno ma non solo. Il nuovo centro di ricerca aperto a Torino per sviluppare elettronica di potenza è solo un esempio, con una spinta che porterà ad estendere le attività di laboratorio e testing in tutte le sedi Mta, in modo da accelerare il time to market verso i clienti. Prodotti sfornati dalle oltre 200 linee di assemblaggio presenti nei vari siti, tra prodotti elettrici ed elettronici. Che spaziano dai fusibili ai cruscotti digitali, dalle centraline di distribuzione ai connettori, dai caricabatterie alle antenne.

Decisiva è la presenza internazionale per un gruppo che oltre ai cinque siti produttivi italiani ne detiene altri in Messico, Slovacchia, India, Marocco e Brasile, dove ora si va al raddoppio. «Se in Italia le performance sono quelle note, in Brasile il gruppo Stellantis va invece molto bene e per questo abbiamo deciso di investire nel paese altri 12 milioni di euro per un nuovo impianto. Saremo così in grado di aumentare la produzione ma anche di realizzare fasi nuove, come la tranciatura. Altro ampiamento in vista è quello in India, dove potenzieremo la produzione, i laboratori e la progettazione».

Tra i possibili sviluppi futuri per il gruppo, che occupa oltre 1800 addetti, vi è la ricerca di un partner in Cina, in modo da poter avviare una produzione locale al servizio del nuovo mercato interno, in crescita dirompente. «Se in passato Pechino importava in modo più massiccio, ora che la qualità è cresciuta gli acquisti si concentrano sulla produzione locale. Stiamo parlando con alcuni componentisti, per provare ad impostare una partnership che ci consenta di produrre in loco per il mercato locale».

Fonte: Il Sole 24 Ore