Museo Egizio: motore di ricchezza per Torino

Valutare le performance di un’istituzione culturale è un processo complesso per il quale occorre considerare una pluralità di aspetti tra i quali la qualità del programma culturale, l’impatto sociale della sua azione, la capacità di incrementare il numero di visitatori e acquisire risorse pubbliche e private per garantire la continuità della struttura. È sbagliato quindi pensare alle misurazioni di impatto sociale in contrapposizione ad analisi e valutazioni sulla sostenibilità economica dei musei e sugli indici quantitativi inerenti la gestione. I due ambiti sono infatti interconnessi: quanto più un museo riesce a utilizzare in modo efficiente le proprie risorse e quanto più amplia il perimetro della propria sostenibilità, tanto più efficaci saranno le sue azioni in termini di realizzazione delle finalità di pubblica utilità che è chiamato a perseguire. Tutto questo diventa fondamentale per essere più competitivi sul mercato e promuovere la partecipazione, l’inclusione e il benessere individuale e collettivo. Un nuovo contributo a questo dibattito è stato offerto il 16 luglio a Torino con la presentazione dei risultati della ricerca dell’impatto economico, sociale e culturale sul territorio delle attività del Museo Egizio condotta in collaborazione con la Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura che fa seguito all’analisi realizzata nel 2017.

L’analisi quantitativa

L’analisi quantitativa sui visitatori, condotta tra luglio e ottobre 2023, in un arco temporale di 94 giorni, ha ottenuto 1502 risposte valide al questionario online somministrato a coloro che avevano visitato il Museo e agli iscritti alla newsletter. Il campione è per la maggior parte femminile con un’età compresa tra i 35 e i 64 anni l’età è fortemente sbilanciata nei confronti dei più anziani, con una sotto-rappresentazione dei più giovani e solitamente possiede un titolo di studio elevato. Inoltre un terzo dei visitatori del Museo è solito visitare almeno 6 musei all’anno e un visitatore su quattro possiede una tessera per l’ingresso gratuito ai musei.

La maggioranza dei rispondenti dichiara di aver visitato il Museo Egizio per interesse personale (87%) e considerano la notorietà del Museo un elemento decisamente consolidato rispetto agli strumenti di pubblicità che possono però essere utilizzati per informare i visitatori di specifici eventi come mostre, aperture straordinarie o ingressi scontati.

Tra gli altri fattori che hanno determinato la visita al Museo risultano rilevanti le affissioni all’esterno del Museo (6%) che permettono, una volta arrivati in città, di conoscere l’effettiva offerta culturale, e il passaparola da parte di amici e parenti (5%). Il dato risulta in linea con i risultati della ricerca del 2017, in occasione della quale la presenza social del Museo Egizio era stata influente nella scelta di vista per lo 0,5% dei visitatori.

L’esperienza di visita

Per descrivere al meglio l’esperienza di visita al museo la ricerca ha analizzato il Valore Individuale, il Valore Educativo e il Valore Sociale. La grande maggioranza dei rispondenti ha espresso la massima votazione disponibile per ognuna di queste dimensioni valoriali. Scendendo nel dettaglio la soddisfazione delle aspettative dei visitatori è massima per il 66% dei rispondenti, con una valutazione media del 4,5, il valore educativo identificato come l’apprendimento percepito dal visitatore è stato giudicato massimo per il 62,3% degli intervistati. Rispetto alla percezione del prezzo del Museo, chi trova il costo del biglietto troppo basso apprezza decisamente l’elemento didattico del Museo Egizio (v.m. 4,9), mentre chi ha dichiarato di aver pagato un prezzo troppo alto ha espresso una media più bassa (v.m. 4), sempre rispetto a un valore medio che è in generale molto elevato.

Fonte: Il Sole 24 Ore