Musk chiude UsAid: azzerati gli aiuti americani per i Paesi in via di sviluppo
Elon Musk esulta: «Il presidente Donald Trump ha dato il via libera per chiudere UsAid». In diretta sul suo social X, l’uomo più ricco del mondo, ha spiegato che l’agenzia americana per gli aiuti allo sviluppo internazionale «non è recuperabile», che è un costo inutile per l’amministrazione, e che nella nuova America non ci sono risorse per sostenere e dare solidarietà alle popolazioni in difficoltà dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, ma anche dell’Europa dell’Est.
UsAid – con l’approvazione del presidente – viene quindi commissariata e sarà guidata provvisoriamente dal segretario di Stato Marco Rubio che seguirà le operazioni di chiusura. Azzerato dunque il budget di quasi 70 miliardi di dollari all’anno, che equivale a circa il 40% di tutti gli aiuti umanitari globali monitorati dall’Onu.
Addio ai programmi avviati in tutto il mondo: per i profughi, la salute delle donne, gli ospedali da campo, i soccorsi e la ricostruzione nelle zone di conflitto, l’eliminazione delle mine antiuomo, l’accesso all’acqua pulita, i farmaci contro il colera o per milioni di persone affette da Hiv. Fine di ogni aiuto americano per la sicurezza energetica delle popolazioni, i migranti, la lotta alla corruzione, la promozione della democrazia, la libertà di stampa nei regimi autoritari.
In pochi minuti, il boss di Tesla e SpaceX, ribadendo la deriva nazionalsovranista della destra americana, ha liquidato così un’iniziativa voluta da John F. Kennedy per contrastare l’influenza dell’Unione Sovietica nei Paesi in via di sviluppo e che oggi oltre ad essere indispensabile per molte popolazioni è anche uno dei pochi strumenti di softpower rimasti agli Stati Uniti per tentare di arginare l’avanzata della Cina nei Paesi in via di sviluppo.
«Le azioni di Trump stanno indebolendo la leadership e l’influenza globale degli Stati Uniti», ha detto il senatore del New Jersey, il democratico Andy Kim. «Il nostro sostegno allo sviluppo all’estero aiuta a combattere le malattie, a fermare la fame e la carestia, ma è anche – ha aggiunto – uno strumento per contrastare la portata espansionistica dei leader autoritari in Cina, Russia e Iran».
Fonte: Il Sole 24 Ore