Nameless Festival fa «ballare» 6,5 milioni di fatturato

Nameless Festival fa «ballare» 6,5 milioni di fatturato

Se siete in fissa con Neverender, il tormentone electro pop dei Justice, è molto probabile che dal 14 al 16 giugno abbiate un impegno dalle parti del lago di Como. Non per altro: il duo French Touch sarà protagonista assoluto del Nameless Festival, la cui decima edizione si appresta ad attrarre qualcosa come 100mila spettatori, cultori devoti della musica elettronica. Una kermesse tutta da ballare che fa «ballare» un fatturato da 6,5 milioni e un indotto da 13 milioni.

«Negli ultimi tre anni la nostra rassegna è letteralmente esplosa», sottolinea Alberto Fumagalli, fondatore e ceo del Nameless, «se consideriamo che nel 2021 muovevamo qualcosa come 251mila euro. Dato non banale, dal momento che i festival, per forza di cose, impiegano anni per centrare performance di crescita che le aziende degli altri settori magari possono r iealizzare in mesi. L’edizione 2024 del Nameless, sulla base dei numeri che abbiamo a disposizione, possiamo dire che sarà caratterizzata dalla tenuta rispetto all’anno scorso».

Il momento storico, secondo Fumagalli, è molto particolare: «È finito il revenge shopping del dopo Covid e, insieme, è finita 18App. Chiunque organizzi eventi dal vivo deve fare i conti con queste due realtà. Se nel 2024 riusciamo a chiudere su numeri analoghi a quelli del 2023 lo dobbiamo allora alla capacità di coltivare il nostro pubblico di riferimento e all’incremento del contributo degli sponsor».

Sul primo versante la differenza la fa un’offerta che spazia da nomi di richiamo internazionale per gli appassionati del genere come gli stessi Justice, Boss Noize, Deadmau5 e Hardwell al pop italiano che performa meglio nelle classifiche di streaming, come per esempio quello di Angelina Mango e Annalisa. Quanto agli sponsor, «siamo passati da un contributo che valeva intorno al 5%», sottolinea Fumagalli, «fino a quota 20 per cento. Segno del fatto che il brand Nameless è cresciuto molto».

L’evento punta a continuare a crescere ma «vogliamo farlo in maniera diversa», sottolinea il ceo. «Questa è la terza edizione che facciamo ad Annone Brianza. Fino all’anno scorso potevamo considerarlo un esperimento, trainato da politiche aggressive di prezzo ed early bird. Quando dico che questa è l’edizione del consolidamento, intendo anche consolidamento del brand».

Fonte: Il Sole 24 Ore