Napoli, il Comune vara sei progetti per la casa e investe 33 milioni

Case per i fragili, per chi non può permettersele, per chi ha bisogno di assistenza e solidarietà: il Comune di Napoli vara sei progetti di co-housing sociale in cui investirà 33 milioni, già interamente finanziati. E con questi dà il via a una politica della casa innovativa che persegue allo stesso tempo numerosi scopi: dal calmiere di un mercato di affitti che è spinto al rialzo anche da una domanda turistica eccessivamente cresciuta e concentrata sulla città capoluogo, alla riqualificazione dei territori e delle periferie, recuperando edifici esistenti o abbattendone altri per poi ricostruire nello stesso luogo. L’iniziativa del Comune coinvolge imprese private ed enti del terzo settore in un rapporto di stratta collaborazione.

Manfredi: «E’ mancata per molti anni una politica della casa»

«Il tema della casa – ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – credo sia uno dei temi principali insieme a quello del salario, della sanità, dell’istruzione, per costruire una società più equa e giusta e che dia prospettive a tutti. Per quanto riguarda la situazione della città di Napoli, il primo cittadino ha evidenziato che l’emergenza abitativa, «testimoniata anche dalla perdita di abitanti», è frutto di più fattori tra cui «l’impatto del turismo che ha determinato una proliferazione dei b&b e delle case vacanze e ha sottratto patrimonio abitativo alla città, soprattutto nel centro storico». A ciò – secondo Manfredi – si aggiunge il fatto che «on è stata fatta negli ultimi anni una politica della casa: il Paese ha bisogno di abitazioni e questo vale per Napoli come per tante altre città. E’ necessaria una politica della casa che preveda abitazioni a un prezzo che sia socialmente sostenibile soprattutto per le giovani coppie, per i lavoratori».

Si ritiene che in Campania vi sia un fabbisogno di almeno 330mila alloggi.

I progetti avviati riguardano a esempio il recupero di area agricola a Ponticelli, o in via Stadera la realizzazione di una struttura in cui ospitare gruppi vulnerabili che possano condividere spazi comuni. Eva, sarà l’hub dei servizi e della cultura che ospietrà donne maltrattate provenienti da centri di accoglienza. Si prevede poi il superamento del campo Rom di Cupa Perillo, grazie alla ristrutturazione di beni confiscati in cui dare accoglienza transitoria. Per famiglie sgomberate da enti pubblici, a San Nicola a Nilo, ci saranno case da locare a chi vorrà firmare un patto sociale e impegnarsi a iniziative di solidarietà. Il forno del Comune sarà riqualificato sulla base di progetti condivisi con il Terso settore per ricavarne anche servizi di welfare.

Lieto: «Iniziativa su aree pubbliche»

«Il Comune sta riformando il Piano regolatore generale _ ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Laura Lieto _ in questo ambito riteniamo di dover utilizzare aree ed edifici pubblici per la promozione di nuove forme di abitare. Ciò è necessario e può avere un impatto positivo in termini di riqualificazione>.

Fonte: Il Sole 24 Ore