Narcotraffico, perché Medellin è ancora il rifugio sicuro dei boss della droga

Passione biliardo

Il 58enne Nocella, tradito dalla passione per il gioco del biliardo che praticava in appartamenti che cambiava ogni tre mesi spendendo fino a 5.400 euro di affitto, avrebbe immagazzinato, confezionato e spedito cocaina dalla Colombia ad Amsterdam (Paesi Bassi), utilizzando navi e barche a vela. Una volta arrivata in Europa, la merce veniva trasportata con camion, automobili e mezzi di servizio pubblico fino a Napoli, per poi essere commercializzata. «Nel mondo del traffico di droga – ha spiegato il direttore della Polizia Nazionale colombiana, il generale William René Salamanca Ramirez – la sua rete logistica godeva di prestigio, composta da collaboratori specializzati che svolgevano funzioni specifiche sotto la sua stretta direzione (…) la sua cattura interrompe le azioni di questi clan criminali».

24 ore prima

Ma l’arresto di Nocella è il secondo colpo della Polizia nazionale alle strutture del narcotraffico in meno di 24 ore. Domenica 20 ottobre Juan Alberto Muñoz Terán, noto come Lápiz, è stato catturato a Medellín in un’operazione congiunta con l’Ufficio del Procuratore generale. Cognato di Dairo Antonio Úsuga David, detto Otoniel (https://24plus.ilsole24ore.com/art/cosa-insegna-all-italia-a-caccia-messina-denaro-cattura-otoniel-colombia-AE5ZGBs), è considerato un importante coordinatore del traffico di droga del Clan del Golfo, in particolare della fazione Luis Orlando Padierna Peña. Muñoz Terán è accusato di aver inviato circa cinque tonnellate di cocaina al mese agli Stati Uniti e in Europa. Inoltre, viene considerato il principale responsabile di estorsioni, omicidi e sfollamenti forzati in città come Cúcuta e Puerto Santander.

Il figlio del Chapo

A Medellin c’è protezione per tutti ma, va da sé, questo attira le attenzioni della Polizia nazionale, spesso in azione con le agenzie investigative di mezzo mondo. Uno dei criminali che ha goduto dell’appoggio e della sorveglianza dell’Oficina è stato Jesús Alfredo Guzmán Salazar, detto Alfredillo, figlio di Joaquín Guzmán Loera, El Chapo, leader storico del cartello di Sinaloa (ora in carcere negli Usa). Tra settembre 2016 e 2018 ha vissuto per diversi mesi in lussuosi appartamenti a El Poblado e Envigado, dove è arrivato dopo essere stato liberato dal rpimento a Puerto Vallarta (nel Messico centro-occidentale) nell’estate 2016.

I chapitos

Il 14 agosto 2016 a Puerto Vallarta, buen retiro godereccio di politici, ricchi imprenditori, artisti e narcos, il cartello Jalisco nueva generacion ha attaccato frontalmente i fratelli Ivan Archivaldo, Cesar e Jesus Alfredo Guzman e alcuni loro familiari. Dopo una festa in famiglia, al sorger dell’alba, un gruppo armato è entrato nel ristorante La Leche e ha portato via “los Chapitos” con una precisione chirurgica. I figli di Guzman Loera viaggiavano sempre accompagnati da circa 50 guardie del corpo, fuoristrada blindati e cecchini, ma in quella notte di Ferragosto erano senza protezione. Quattro giorni dopo, tutti i sequestrati sono stati liberati grazie all’intervento di Ismael Zambada García, detto “El Mayo”, poi arrestato il 25 luglio 2024 in un aeroporto privato a El Paso nel Texas con Joaquin Guzman Lopez, figlio del “Chapo” ( https://24plus.ilsole24ore.com/art/narcos-usa-tagliano-testa-cartello-sinaloa-e-suo-traffico-fentanil-AF1YPh4C).

Pichi Belen

Per capire quanto Medellin sia sotto il controllo dell’Oficina de Envigado, basti ricordare che il 26 aprile 2024, sempre nell’esclusivo quartiere El Poblado, era stato arrestato Juan Carlos Castro, meglio conosciuto come Pichi Belén, leader dell’organizzazione. Stava cercando di entrare ubriaco e armato in una discoteca. Fermato, caricato su un’auto di pattuglia, questo sicario di Escobar, sopravvissuto alle guerre tra le bande dei cartelli e con una fedina penale lunghissima, è stato rilasciato poche ore dopo il fermo.

Fonte: Il Sole 24 Ore