Nardella: «A Bruxelles difenderò le ragioni della moda italiana»

Nardella: «A Bruxelles difenderò le ragioni della moda italiana»

«Pitti avrà il suo parlamentare europeo. Ho vissuto venti edizioni di questa manifestazione da sindaco e mi sento parte di questa grande famiglia: a Bruxelles porterò le istanze della moda italiana e ne difenderò le ragioni». Dario Nardella ha partecipato alla conferenza di apertura di Pitti Uomo 106 con un doppio cappello: quello di sindaco uscente di Firenze e quello di neo eletto parlamentare italiano (in quota Pd) a Strasburgo e Bruxelles. È proprio nelle sedi dell’Europarlamento che l’ormai ex inquilino di Palazzo Vecchio dice di voler dare voce all’industria della moda italiana: «La prima cosa che dobbiamo fare è consolidare una serie di alleanze. Da sindaco ho lavorato insieme ai primi cittadini di Milano, Beppe Sala, e di Parigi, Anne Hidalgo, e ho sempre creduto nella necessità di attivare delle sinergie in Europa: se ci dividiamo lasciamo la vittoria ai produttori asiatici», spiega Nardella.

Che mette sul piatto una proposta concreta: «Mi piacerebbe portare a Firenze, magari anche a margine di un Pitti, un vero e proprio summit sulla moda europea nell’ambito del quale costruire alleanze strategiche e politiche che sono già tali nei fatti: i francesi non possono fare a meno dei produttori italiani e le aziende italiane non possono fare a meno della forza e del capitale francese. Penso a un asse che serva, a livello di mercato interno sui temi della sfida ambientale e delle regole della produzione, mentre sul fronte internazionale deve servire a tutelare la competitività delle imprese europee rispetto a quelle asiatiche». Nardella sottolinea l’importanza decisiva della «reciprocità degli standard produttivi». Una regola che solo in parte le nuove normative europee sulla sostenibilità introducono per non creare uno squilibrio eccessivo.

Secondo Dario Nardella la moda è uno dei settori che ha saputo reagire meglio alle situazioni di crisi che si sono proposte ormai dal 2008 in avanti: «Ho imparato proprio a Pitti quanto la moda sia riuscita a tirare fuori dalla crisi innovazione, formule nuove per fare impresa: le istituzioni pubbliche hanno molto da imparare dalla capacità di resilienza di questa industria creativa –; il periodo non è facile, c’è chi riesce a resistere bene nonostante le difficoltà, ma è il momento in cui dobbiamo parlare di sfida, di svolta e di rilancio».

Fonte: Il Sole 24 Ore