«Navalny stava per essere liberato quando è morto»
Queste parole, tuttavia, rispondevano a una domanda sulla possibilità di un rilascio per Evan Gershkovich, inviato del Wall Street Journal arrestato in Russia con l’accusa di spionaggio. Maria Pevchikh però spiega che sarebbe stato l’imprenditore Roman Abramovich – persona in grado di trattare con americani ed europei – a proporre a Putin uno scambio con Navalny, l’unico modo per riavere Krasikov. A conferma che per qualche ragione il ritorno in patria di quello che Pevchick chiama «l’omicida di Berlino» è cruciale per Putin.
Putin cambia idea
Il resto del racconto è la risposta alla domanda iniziale: perché allora uccidere Navalny? L’idea di rivederlo libero era inaccettabile per Putin, spiega Maria Pevchikh: «Lo odia perché Navalny era un vero politico, un uomo per le cui idee la gente rischiava la propria libertà, era tutto quello che Putin non potrà mai essere». Così il presidente russo si è detto che se l’Occidente aveva accettato in linea di massima l’idea di rilasciare Krasikov, gli sarebbe bastato sbarazzarsi della “pedina di scambio” e poi, più avanti, offrire in cambio qualcun altro. Magari un dissidente meno pericoloso ai suoi occhi di Navalny, come Vladimir Kara-Murza.
«Un comportamento da folle mafioso – dice Maria Pevchikh -. Putin sa che Aleksej Navalny avrebbe potuto sconfiggerlo: lui è il futuro, Putin il passato. E Putin sa per certo che grazie alle inchieste di Navalny passerà alla storia come un ladro codardo e corrotto».
Anche la moglie sapeva delle trattative
Secondo una fonte vicina alle trattative interpellata dall’agenzia Reuters, sia Navalny che la moglie Yulia erano al corrente dello scambio di prigionieri, che avrebbe dovuto avvenire a metà febbraio. Le ultime conferme erano avvenute il 9 febbraio, durante la visita del cancelliere tedesco Olaf Scholz alla Casa Bianca: se inizialmente lo scambio avrebbe dovuto riguardare solo Gershkovich e Krasikov, è stata l’inclusione di Navalny a convincere le autorità tedesche ad accettare.
La cerimonia per Navalny
Mentre la Fondazione Fbk rilasciava il video di Maria Pevchikh, la portavoce Kira Yarmysh faceva sapere che si sta cercando un luogo adeguato a rendere pubblicamente omaggio a Navalny, il cui corpo è stato restituito alla madre dopo una lunga attesa a Salekhard, sull’Artico. Ma se si suppone che il luogo della sepoltura sia Mosca, resta incertezza sulle modalità che verranno consentite dalle autorità per un funerale destinato sicuramente a trasformarsi in manifestazione contro il regime. «Navalny era un simbolo di sfida – ha commentato nei giorni scorsi lo scrittore russo Boris Akunin, parlando alla Bbc -. E nella logica del Cremlino, se una persona non c’è più, viene meno il problema. Ma si sbagliano. D’ora in poi Aleksej Navalny diventerà un problema reale per Vladimir Putin. Non possono ucciderlo di nuovo. Vivrà per sempre, come simbolo».
Fonte: Il Sole 24 Ore