Negozi di alimentari: in 10 anni chiuse 5mila macellerie, ma anche fornai, minimarket e pescherie

Negozi di alimentari: in 10 anni chiuse 5mila macellerie, ma anche fornai, minimarket e pescherie

I negozi si ritirano, la desertificazione commerciale avanza. Tra il 2014 ed il 2024 sono sparite dalle vie e dalle piazze italiane oltre 140mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa, di cui quasi 46.500 attività di vicinato “di base”, dai negozi alimentari alle edicole, dai bar ai distributori carburanti. Un’emorragia di imprese che rischia di lasciare senza accesso a servizi essenziali e beni primari una quota significativa della popolazione: già oggi oltre 26 milioni di italiani vivono in Comuni che hanno visto scomparire definitivamente dal proprio territorio una o più imprese di vicinato essenziali.

È quanto emerge dal dossier “Commercio e servizi: le oasi nei centri urbani”, dedicato alla progressiva riduzione o scomparsa delle attività commerciali dai territori, con conseguente impoverimento dell’offerta di beni e servizi per i residenti. «Servono investimenti per arginare la desertificazione commerciale – propone Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti –. Serve una flat tax per chi apre nelle aree desertificate, e semplificazioni burocratiche. Ma anche formazione continua per combattere il drammatico crollo della natalità di nuove attività economiche».

Ed è nel settore alimentare che la situazione è particolarmente grave: in 565 Comuni, oltre 3,8 milioni di persone non possono più acquistare il pane in una panetteria vicino a casa, e più di 1,2 milioni di residenti hanno perso l’accesso ai forni. Anche per altri generi alimentari la situazione è drammatica: circa 3 milioni di persone non hanno più un negozio di bevande,2,3 milioni non possono più acquistare pesce fresco in una pescheria, 2,1 milioni non trovano più un negozio di ortofrutta, 1,6 milioni non possono più rivolgersi a una macelleria, e quasi 800mila devono rinunciare anche ai minimarket.

In 10 anni (2014-2024), infatti, sono spariti in Italia 1.077 forni (-3,9%) e 814 panetterie (-19,4%), 111 negozi di bevande (-2,2%), 468 pescherie (-6,5%). La situazione peggiore è per le macellerie che contano su 5.247 unità in meno (-17,6%) e per le latterie/formaggerie con 407 unità in meno (-22,6%).

A risentire maggiormente della desertificazione del dettaglio alimentare sono i piccoli Comuni sotto i 15mila abitanti, con una forte contrazione per minimarket (-19%), macellerie (-18,4%) e panetterie (-17,3%). Nemmeno bar ed esercizi simili si salvano. Un tempo punti centrali, anche dal punto di vista sociale, dei centri minori stanno sparendo sempre più rapidamente dai piccoli comuni: dal 2014 la flessione è del -12%, pari a -7.616 imprese in meno, la maggior parte (-6.374) persa dal 2019 a oggi.

Fonte: Il Sole 24 Ore