Nel piano del Fisco per il 2025 c’è l’Ires premiale permanente
Rendere strutturale l’Ires premiale, ossia il taglio di quattro punti percentuali dell’Imposta pagata sul reddito delle imprese che investono in beni strumentali di Transizione 4.0 e 5.0. Un obiettivo più che possibile annunciato dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo, aprendo i lavori del convegno “L’anno che verrà. La manovra finanziaria e la professione”, organizzato dall’Associazione nazionale commercialisti (Anc), presieduta da Marco Cuchel. «La riduzione dell’aliquota Ires per chi investe in beni strumentali all’attività d’impresa, ha spiegato Leo, è uno dei principi della legge delega e introdotta con la legge di Bilancio che va nella direzione di una riduzione strutturale della pressione fiscale su contribuenti e imprese, ma attenzione – aggiunge Leo – sempre e comunque nel pieno rispetto dei saldi di finanza pubblica». Come ha spiegato il viceministro «il percorso da seguire è lo stesso adottato da questo governo per la riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre, ora reso strutturale con l’ultima legge di Bilancio, il taglio del cuneo fiscale, trasformato in una detrazione ma anche questo diventato permanente, così come la maxi deduzione al 120% per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, diventato triennale».
Il taglio delle tasse, comunque, non si fermerà comunque alle imprese. Nelle intenzioni del viceministro e ribadite dallo steso Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza di inizio anno per il governo «la priorità è quella di dare un segnale importante al ceto medio» e quindi con la possibilità di tagliare l’aliquota Irpef del 35% che oggi penalizza soprattutto questa fascia di contribuenti. Anche in questo caso «a dettare i tempi e le modalità saranno le risorse disponibili e il rispetto dei conti pubblici».
Nella road map delineata per il nuovo anno un posto importante è rappresentato ancora dall’attuazione della delega fiscale. Al momento sono 17 i decreti legislativi che hanno tagliato il traguardo della pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale», considerando anche i primi tre testi unici su sanzioni, contenzioso e tributi erariali minori. Ora l’obiettivo già in cantiere è lavorare a un primo grande “tagliando” delle modifiche già varate attraverso un decreto correttivo che abbracci varie tematiche dalla fiscalità internazionale al reddito d’impresa. Ma Leo ha aperto al dialogo e alla collaborazione per i professionisti per verificare i margini di un possibile intervento sul calendario fiscale, per cui la preoccupazione avanzata dagli addetti ai lavori è quella di avere margini temporali molto più ristretti di quelli stabiliti (e poi riaperti) nell’anno appena passato. «Per il concordato preventivo – ha sottolineato il viceministro – ci sono affinamenti da fare e penso che tutti insieme voi sapete io ho sempre pensato un grande ascolto alle istanze alle richieste dei dottori commercialisti. Questa è la strada sulla quale dobbiamo muoverci per fare in modo di cambiare il rapporto tra fisco e contribuente. Noi abbiamo in animo anche di mettere mano a un correttivo che abbracci un po’ tutti i decreti legislativi che sono intervenuti finora». E, nello specifico del calendario fiscale, «ascolteremo le proposte che vengono dal mondo delle professioni economico aziendali, ma in ogni caso dobbiamo conciliare questa esigenza con l’esigenza dell’amministrazione della certezza dei flussi». Che, come anticipato per il taglio dell’Irpef sul ceto medio e per la stabilizzazione dell’Ires premiale, rappresenta la stella polare dell’operato che il Governo intende portare avanti in ambito tributario.
C’è però anche una questione di metodo. «La cifra di tutta questa nostra riforma – ha rimarcato il viceministro – è quella di cambiare il rapporto tra fisco e contribuente. E lo stiamo facendo. Pensate a quello che si è fatto in materia di cooperative compliance e a quello che è il ruolo che potrà svolgere il dottore commercialista in particolare nella per quanto riguarda l’elaborazione del tax control framework quindi la mappatura del rischio fiscale la certificazione del rischio fiscale».
Anche per questo Leo ha ulteriormente ribadito che le prossime fermate sono gli atti di indirizzo su cui è a lavoro con il dipartimento delle Finanze guidato da Giovanni Spalletta e l’agenzia delle Entrate, al cui vertice c’è ora Vincenzo Carbone fortemente voluto proprio da Leo. Gli atti di indirizzo riguarderanno l’abuso del diritto e i crediti d’imposta. Nel primo caso l’obiettivo è cercare di delimitare le incertezze giuridiche nelle operazioni societari, nel secondo caso la partita si gioca sulla concreta delimitazione sui crediti non spettanti e inesistenti con una particolare attenzione al requisito della novità soprattutto sul versante della ricerca e sviluppo.
Fonte: Il Sole 24 Ore