Nelle carceri nove suicidi nei primi 20 giorni dell’anno. Ed è record di minori in cella
Nove suicidi nei primi 20 giorni dell’anno. A togliersi la vita nelle carceri italiane, dal 1° al 20 gennaio sono stati otto detenuti e un operatore. L’ultimo, in ordine di tempo, è un detenuto di origine straniera che si è impiccato nella sua cella della casa circondariale di Cagliari. Parla di carneficina Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. «Purtroppo, nelle prigioni la scia di morte prosegue senza soluzione di continuità, al ritmo di quasi un suicidio ogni due giorni in questo 2025 che è cominciato persino peggio di come si è concluso il tragico 2024».
Un bilancio tragico le cui cause vanno ricercate soprattutto nelle falle di un sistema carcerario che fa acqua da tutte le parti, a iniziare dal sovraffollamento, fino alle 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria. Il segretario della Uilpa Pp denuncia poi carenze a 360 gradi: dall’assistenza nell’assistenza sanitaria alle deficienze strutturali, dalle insufficienze logistiche alla penuria di equipaggiamenti fino all’approssimazione organizzativa. Problemi che «richiederebbero interventi concreti e a impatto immediato che non si intravedono nell’azione di governo. La soluzione celere – afferma De Fazio – non può di certo essere il commissario straordinario all’edilizia penitenziaria». Per De Fazio, quindi, «servono subito misure deflattive della densità detentiva e per potenziare gli organici del personale, assicurare l’assistenza sanitaria, avviare riforme complessive».
I numeri del sovraffollamento a fine dicembre 2024
E per capire quanto la situazione nelle carceri sia sempre più un’emergenza non si può che partire dai numeri. Al 31 dicembre 2024, secondo i dati dell’Associazione Antigone, i detenuti erano 61.861 per 51.312 posti disponibili, almeno sulla carta, perché circa 4mila posti non lo sono effettivamente, dunque il numero dei posti fruibili scende a 47mila. Così, a 12 anni dalla sentenza Torregiani con la quale la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sanzionato l’Italia per le condizioni di sovraffollamento delle carceri, si fa di nuovo concreto il rischio di un richiamo per la situazione in cui si trovano gli istituti di pena.
I dati sugli istituti di pena minorili
Allarmanti anche i numeri delle presenze nelle carceri minorili, che hanno fatto registrare la quota record di 587 al 15 dicembre 2024, un trend in crescita che ha visto un aumento esponenziale a un anno e tre mesi dall’entrata in vigore del cosiddetto decreto Caivano. Un’impennata costante se si pensa che, all’inizio del 2024, i detenuti nelle carceri minorili erano 500. La crescita riguarda anche gli ingressi che, 835 nel 2021, sono saliti a 1.143 nel 2023, la cifra più alta negli ultimi quindici anni. Presenze che riguardano in netta prevalenza ragazze e ragazzi in misura cautelare. Un quadro sul quale ha inciso il decreto, che ha esteso l’applicazione della custodia cautelare in carcere anche per i fatti di lieve entità legati alle sostanze stupefacenti.
In risposta a questo fenomeno, ilDipartimento per la giustizia minorile ha disposto l’apertura o la riapertura di quattro nuovi Istituti penali per minorenni (Ipm) nelle città di Rovigo, L’Aquila, Lecce e Santa Maria Capua Vetere.
Fonte: Il Sole 24 Ore