Netflix si piega al governo indiano: serie rispettose dei sentimenti nazionali

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – I «sentimenti nazionali», qualunque cosa essi siano, vengono prima della verità storica. È quanto si evince dall’esito di un incontro avvenuto martedì 3 settembre a New Delhi tra i vertici indiani di Netflix e alcuni funzionari del ministero dell’Informazione e del Broadcasting. A portare nella stessa stanza il colosso dello streaming e il governo è stata una serie televisiva intitolata IC 814: The Kandahar Hijack che drammatizza il più lungo dirottamento aereo della storia indiana.

La vicenda risale al 1999, quando, alla vigilia di Natale, un volo diretto da Kathmandu, in Nepal, a Delhi venne dirottato e fatto vagare per una settimana nei cieli dell’Asia del Sud – con tappe ad Amritsar, Lahore, Dubai e Kandahar – prima che uno scambio di prigionieri tra il governo indiano e i cinque dirottatori appartenenti al gruppo jihadista pakistano Harkat-ul-Mujahideen ponesse fine all’odissea.

Delle 190 persone a bordo, solo una perse la vita. Ma non fu un successo: il governo e i servizi indiani ne uscirono male, mentre i tre jihadisti scambiati con gli ostaggi non rimasero a lungo con le mani in mano. Negli anni successivi le loro impronte sono state trovate un po’ ovunque: nell’assalto al Parlamento indiano del 2001; nel rapimento e uccisione a Karachi del giornalista del «Wall Street Journal» Daniel Pearl del 2002; negli attacchi di Mumbai del 2008 in cui persero la vita più di 160 persone.

Ma ciò che ha portato alla convocazione dei vertici di Netflix – che, per quanto possa suonare bizzarro, non sarebbero nuovi a confronti con la politica indiana sui contenuti delle serie Tv – è altro. Ossia il fatto che in alcune scene due dei cinque jihadisti vengano chiamati dagli altri dirottatori Bhola e Shankar, due nomi induisti. Tanto è bastato perché i troll si mettessero al lavoro, accusando Netflix di voler nascondere i nomi (musulmani) dei «cattivi».

Fonte: Il Sole 24 Ore