Netflix verso il debutto nel live streaming

Netflix verso il debutto nel live streaming

Seguendo l’esempio di Apple Tv che un mese fa ha debuttato con il baseball una volta alla settimana, Netflix si prepara a esplorare il bello della diretta: il colosso dello streaming, ha appreso il sito di notizie di spettacolo Deadline, starebbe studiando meccanismi per proporre reality show senza vero copione e special di comici «live» ai suoi milioni di abbonati. Il progetto, dopo anni passati a costruire sottoscrizioni basate sulla programmazione a richiesta, permetterebbe a Netflix di far votare il pubblico in diretta per competizioni e gare di talenti come il prossimo concorso di ballo Dance 100 di Studio Lambert. Potrebbe anche fare da piattaforma al festival Netflix is a Joke, un evento dal vivo che ha portato alla Hollywood Bowl di Los Angeles circa 300 comici stand-up come Dave Chappelle, Larry David, Chris Rock e Pete Davidson.

L’idea iniziale era di mandare in streaming 12 degli show filmati in esclusiva (agli spettatori era stato bloccato l’uso del cellulare), ma in futuro si potrebbe pensare alla trasmissione in diretta, sia pure con una manciata di secondi di ritardo nel caso in cui uno show «a rischio» inviti i censori a mettere il video in pausa. Altre opzioni tuttora in fase preliminare di sviluppo includono riunioni in diretta di show come il reality Selling Sunset che ha da poco messo in streaming uno special «homecoming» del cast per la sua quinta stagione. Lo streaming in diretta offre inoltre la possibilità di ordinare serie non sceneggiate in linea con quanto fanno i network, come Abc con American Idol e Dancing with the Stars ora su Disney+.

Deadline, annunciando i piani, si è chiesto se e quando la diretta in streaming potrà essere applicata allo sport, sulla scia del recente successo della serie sulla Formula 1 Drive To Survive. Il sito esclude che questo sia nelle carte, almeno per il momento. E in un altro sviluppo per Netflix, i vertici della piattaforma hanno aggiornato le linee guida culturali della società aggiungendo una sezione sulla «espressione artistica» in cui si afferma che «sono gli spettatori a decidere cosa è giusto per loro». Un messaggio ai dipendenti, che di recente hanno protestato per show come quello a contenuti omofobici e anti-trans del comico Chappelle: «A seconda del ruolo, potreste trovarvi a lavorare su titoli che giudicate dannosi. Ma se trovate difficile sostenere un catalogo ampio come il nostro, Netflix potrebbe non essere il posto migliore per voi».

Fonte: Il Sole 24 Ore