Nucleare, in Francia costi che lievitano e tempi incerti: la Corte dei conti ferma i nuovi impianti
La Corte dei conti francese lancia un nuovo allarme sui rischi finanziari legati allo sviluppo dei nuovi impianti nucleari di seconda generazione (fissione tradizionale), sia in territorio francese che all’estero, che la controllata al 100% dallo Stato Edf sta realizzando. La Corte già nel 2020 aveva avanzato una serie di raccomandazioni affinchè fosse condotto un monitoraggio, in particolare sui costi e sui tempi per la realizzazione degli impianti. Raccomandazioni rimaste disattese con il risultato di produrre pozzi senza fondo che assorbono risorse pubbliche, impianti che rischiano di non ottenere un’adeguata redditività e tutta una serie di inefficienze anche nell’organizzazione dei controlli e dei contratti. Il documento diffuso nei giorni scorsi traccia un quadro impietoso.
Per gli Epr2 costo lievitato da 51,7 a 67,4 miliardi
La situazione più complessa è relativa ai nuovi progetti di Epr2, voluti nel 2022 dal presidente francese Emanuel Macron, il quale aveva annunciato l’intenzione di far realizzare in Francia tre nuove coppie di reattori Epr 2, eventualmente seguite da altre 4 paia. «Per quanto riguarda il programma Epr2, alla fine del 2023 la sua maturità tecnica era ancora considerata insufficiente per considerare il passaggio dalla progettazione iniziale alla progettazione dettagliata. Raggiunto questo traguardo nel luglio 2024, sarebbe opportuno, tra l’altro, rivedere costi e scadenze del programma integrando le ragioni e le conseguenze dello slittamento di tale scadenza», osserva la Corte dei conti.
La quale prosegue affermando che «la redditività prevista del programma Epr2 rimane, in questa fase, sconosciuta, soprattutto perché le condizioni di finanziamento per questo programma non sono ancora state decise. Quando lo saranno, sarà necessario un ulteriore anno (o anche più) per ottenere la loro approvazione da parte della Commissione Europea». E poi l’invito a sospendere l’investimento fino a quando il quadro non si chiarisce.
«Poiché il programma Epr2 resta caratterizzato da un ritardo nella progettazione, dall’assenza di una stima completa e di un piano di finanziamento, mentre Edf rimane fortemente indebitata, la Corte emette una nuova raccomandazione: rinviare la decisione finale di investimento per il programma fino a quando non ne sarà assicurato il finanziamento e l’avanzamento degli studi di progettazione dettagliati in linea con la traiettoria prevista per la prima pietra miliare concreta del nucleare». I magistrati contabili rimettono in fila la lievitazione del costo degli impianti Epr2. «Il costo di costruzione overnight di tre coppie di EPR2 è aumentato da 51,7 miliardi di euro nel 2020 a 67,4 miliardi di euro nel 2020 ( 79,9 miliardi di euro nel 2023), con un aumento del 30% a condizioni economiche invariate ed escludendo l’effetto dell’inflazione», si spiega.
Flamanville doveva funzionare dal 2014. Avviata pochi mesi fa
Un capitolo è dedicato all’impianto di Flamanville, in Normandia, che doveva entrare in funzione nel 2014 ma nella realtà è stato allacciato alla rete solo qualche mese fa. Dai calcoli effettuati dalla Corte emerge, ad esempio, una redditività attesa «mediocre» per Flamanville 3 «inferiore al costo medio ponderato del capitale della società, sulla base di un costo totale di costruzione stimato a circa 23,7 miliardi di euro (interessi provvisori inclusi)», si afferma.
Fonte: Il Sole 24 Ore