Nudo, bellezza e tentazioni tra Robert Mapplethorpe e Cecily Brown

Nudo, bellezza e tentazioni tra Robert Mapplethorpe e Cecily Brown

Aria di novità in territorio fiorentino: il Museo Novecento propone due mostre imperdibili sia per i cultori della fotografia sia per gli amanti della pittura contemporanea, celebrando vizi e splendori nella città toscana.

“Mapplethorpe – von Gloeden. Beauty and Desire”

La mostra “Mapplethorpe – von Gloeden. Beauty and Desire”, a cura di Sergio Risaliti, celebra la carriera di Robert Mapplethorpe (Boston, 1989), raramente visibile in esposizioni italiane. Aperta fino al 14 febbraio 2024, la mostra mette a confronto le opere del fotografo con quelle di Wilhelm von Gloeden (Taormina, 1931) – pioniere della staged photography – e dei Fratelli Alinari, dipanandosi in un fil rouge comune d’intenti espressivi. Temi che strizzano l’occhio al concetto di kalokagathia della Grecia antica, in cui la ricerca della perfezione nella forma e nell’essenza richiama gli scatti magistrali di Mapplethorpe, maestro della comprensione della statuaria (in particolar modo di Michelangelo).

Passo dopo passo l’esposizione è un susseguirsi di corpi scultorei, muscolosi e definiti come quelli degli antichi dei ed eroi, ma con un unico, comune denominatore: cercare bellezza (e trovarla). Una panacea per gli occhi e per l’anima che è godibile pure negli eroticamente delicati fiori di Mapplethorpe.

Scriveva von Gloeden: “L’arte non ha altro scopo che la bellezza e non vuol sentire nulla di morale”. In questa ricerca della classicità vi è infatti libero spazio non solo per lo spirito apollineo, ma soprattutto per la sensualità del dionisiaco, che non sfocia mai in pose volgari, ma certamente avulse da finti perbenismi e libere di trasgredire. In un’epoca dove i social censurano anche frivolezze considerate poco “politically correct”, è una boccata d’aria fresca poter desiderare un mondo con un’apertura mentale di maggior levatura.

“Cecily Brown. Temptations, Torments, Trials and Tribulations”

Sempre con una spinta sottesa al desiderio, ma di tutt’altro genere artistico, nelle sale al piano terra del Museo Novecento è aperta fino al 4 febbraio 2024 la mostra – a cura anch’essa di Risaliti – della pittrice contemporanea Cecily Brown (Londra, 1969). L’artista di è esposta proprio in questo periodo anche al Metropolitan Museum di New York. “Temptations, Torments, Trials and Tribulations” raccoglie oltre trenta opere della Brown, che prendono come spunto imitativo l’opera figurativa di scuola fiamminga “Le Tentazioni di Sant’Antonio”, presente in mostra nella cappella del museo e realizzata nella seconda metà del XVI secolo. Un curioso dialogo tra stili totalmente diversi, ma tematiche simili: impossibile non rimanere affascinati dalle pennellate scomposte della Brown, talvolta lente e gravi, talvolta ampie, furiose e vivaci. Ciò che all’inizio può apparire come un ammasso materico di forme e colori senza senso, a un secondo sguardo fa emergere dettagli nascosti di animali, corpi, vegetali sinuosamente amalgamati sulla tela. Una multisensoriale orgia astratta di forme e colori che nulla ha da invidiare alla pittura classica. “Nel momento in cui c’è un’immagine chiara, la mente si assesta. E io non voglio che si stabilizzi. Mi piacciono l’inquietudine, l’apertura e l’ambiguità che ci sono quando c’è un continuo cambiamento in corso”.

Fonte: Il Sole 24 Ore