Nuova Zelanda lancia visto per digital nomads: ecco come funziona

Nuova Zelanda lancia visto per digital nomads: ecco come funziona

Gli altri paradisi esotici dei «nomads»

Sarà dura poi combattere con i più affermati paradisi per telelavoratori. Vediamone alcuni al di fuori dell’Europa. Dubai, con il suo “remote working program”, prevede per esempio un visto annuale a chi guadagni almeno cinquemila dollari al mese (negli Emirati Arabi, giova ricordarlo, non esistono tasse sui redditi delle persone fisiche).

Mentre a Bermuda, arcipelago di trecento isole nell’Atlantico, un visto costa appena 263 dollari l’anno, con zero tasse sui redditi (anche se il costo della vita – come a Dubai – non è alla portata di tutti). Le Mauritius, al largo delle coste africane, hanno invece un visto annuale per chi vanta almeno 1.500 dollari mensili di entrate o un conto forte di 18mila dollari.

E ancora. Antigua e Barbuda, gruppo di isole tra l’Atlantico e i Caraibi scoperto nel 1493 da Cristoforo Colombo, agli expat chiede un reddito minimo di 50mila dollari l’anno e 1.500 dollari per un visto biennale. Ma c’è anche la caraibica Barbados, ex colonia inglese, dove un visto costa duemila dollari l’anno e sono necessari almeno 50mila dollari di reddito.

Mentre la centramericana Costa Rica, affacciata su Caraibi e Pacifico, offre la sua “Rentista Visa” a chi dimostri di possedere entrate regolari di almeno 2.500 dollari mensili e depositi per almeno 60mila dollari in una banca locale. La concorrenza, insomma, è spietata, e il visto neozelandese non avrà vita facile.

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Fonte: Il Sole 24 Ore