Nuovi vertici per Cartier e Givenchy
Nello stesso giorno, Richemont e Lvmh annunciano il rinnovamento del ruolo di ceo di Cartier e di Givenchy. Il marchio di gioielli e orologi, il più importante del gruppo svizzero (con ricavi stimati per 3,1 miliardi di franchi svizzeri nel 2023), a partire dal 1 settembre sarà guidato da Louis Ferla, attuale ceo di Vacheron Constantin, che prenderà dunque il posto occupato per otto anni da Cyrille Vigneron. Vigneron ha deciso di lasciare la maison, indicando proprio in Ferla il suo successore, anche se ne resterà presidente della divisione Cultura & Filantropia. Ferla ha iniziato a lavorare in Richemont nel 2001 come manager delle vendite dell’area di Hong Kong di Alfred Dunhill. Nel 2006 era poi entrato in Cartier, di cui era stato nominato ceo per la Cina. Nel 2017, infine, il ruolo di ceo di Vacheron Costantin, altro marchio di punta del gruppo. Richemont ha nominato Nicolas Bos – ex ceo Van Cleef & Arpels – come nuovo ceo del gruppo, con effetto dal 1 giugno.
In casa Lvmh, invece, ha un nuovo ceo Givenchy, marchio fondato da Hubert de Givenchy nel 1952 e che dopo anni di successo, soprattutto durante la direzione creativa di Riccardo Tisci, uscito nel 2017 dopo 12 anni, negli ultimi anni è in cerca di una sua più definita identità. Il nuovo ceo è Alessandro Valenti, che prende il posto di Renaud de Lesquen, che ha deciso, come si legge in una nota del gruppo, «di dare una nuova direzione alla sua carriera». Valenti, laureato in Bocconi, lascia così il ruolo di presidente Emea di Louis Vuitton. In precedenza era stato manager per Gianni Versace, vicepresidente retail per Giorgio Armani e poi per Ralph Lauren. Nel 2014 è entrato in Lvmh con il ruolo di managing director di Louis Vuitton Francia e Monaco.
Lvmh sottolinea che questa nomina «apre una nuova fase nella storia di Givenchy», che al momento non ha una guida creativa dopo l’uscita di Matthew Williams a fine 2023.
Nei giorni scorsi si erano rincorse le voci, poi sfumate, di una possibile conquista di Richemont da parte di Lvmh, dopo l’acquisto di azioni a titolo personale da parte di Bernard Arnault.
Fonte: Il Sole 24 Ore