Obesità, una legge per combatterla. Pella: serve prevenzione, alti costi per la sanità
In Italia ci sono almeno quattro milioni di persone obese. Una patologia che rappresenta un problema rilevante di salute pubblica e una enorme spesa per il Servizio sanitario nazionale, con costi per le cure in continua crescita. Ospite della video intervista di Parlamento 24 l’onorevole Roberto Pella di Forza Italia, promotore e relatore di una proposta di legge all’esame della commissione Affari sociali della Camera, abbinata con quella di Andrea Quartini del Movimento cinque Stelle.
Onorevole Pella, perché sono necessarie nuove strategie per combattere l’obesità?
«Perché l’obesità una vera e propria malattia che sta colpendo milioni di cittadini. In Italia sono oltre 20 milioni in sovrappeso e otto con un rischio alto di obesità. Ma soprattutto sta colpendo molto l’infanzia. Nell’obesità giovanile c’è un rapporto di 1 a 3. L’organizzazione mondiale della sanità ci dice che nel 2035 potremo superare i quattro trilioni di dollari di costo, quindi molto di più rispetto a quanto è successo per il Covid. Questo significa che abbiamo superato il punto di non ritorno. Serve una forte azione di prevenzione, soprattutto perché l’obesità ha un costo molto forte sui bilanci della sanità pubblica. Quindi è un tema fortemente sentito. Un tema che sta colpendo milioni di cittadini e molte volte ha creato dei grossi problemi. Pensiamo all’America, dove questi costi hanno portato anche un aumento molto alto delle malattie cardiovascolari che, ovviamente, così come l’obesità, incidono anche in quello che è il rischio di sopravvivenza e di aspettativa di vita dei nostri concittadini».
Perché è necessario istituire un Osservatorio per lo studio dell’obesità?
« È importante istituirlo perché io oltre a essere parlamentare, sono anche sindaco e credo che noi sindaci siamo i primi attori e possiamo stimolare quella che è l’attenzione su questi temi. Soprattutto possiamo stimolare quella che è l’attività fisica, utile per la prevenzione. In questo osservatorio devono dialogare i diversi livelli istituzionali del Paese, dal Governo al ministero della salute, ai tanti ministeri interessati, da quello della scuola a quello dello sport, a quello delle politiche sociali. E soprattutto dialogare con i territori. Oltre che i Comuni e le Province, soprattutto le regioni che hanno anche l’impegno fondamentale di sostenere i costi degli oneri sanitari. Oltre a questi naturalmente con tutto quel mondo anche scientifico, accademico, universitario, quello del terzo settore. Attraverso un grande gioco di squadra si possono ottenere ottimi risultati».
Fonte: Il Sole 24 Ore