Oggi è il Data Protection Day: italiani sempre più preoccupati per il furto di identità

Oggi è il Data Protection Day: italiani sempre più preoccupati per il furto di identità

Il 41% degli italiani si sente esposto ai rischi legati alla cybersicurezza e al furto d’identità digitale, la preoccupazione è maggiore per i figli (48%) e i familiari anziani (45%), considerati più vulnerabili alle minacce del web. E’ uno dei dati che emergono in occasione del Data Protection Day, la giornata Europea per la protezione dei dati personali che si celebra il 28 gennaio. Il furto d’identità digitale è la paura più diffusa (56%), seguita dal timore di essere vittima di un crimine informatico (55%). I giovani tra i 25 e i 34 anni sono i più preoccupati, con il 68% che teme una diffusione illecita della propria identità online, secondo la ricerca su “Protezione digitale e cybersecurity” e condotta su consumatori e piccole e medie aziende del nostro Paese, diffusa da Europ Assistance Italia e realizzata in collaborazione con Lexis Research.

L’importanza della sicurezza informatica

L’uso del digitale fa oramai parte delle attività quotidiane di ognuno, tanto che un italiano su due ritiene di poter subire un furto di informazioni in qualsiasi momento. La stessa percentuale crede che aziende e istituzioni non stiano facendo abbastanza per proteggere le informazioni personali dei cittadini. E non a caso il Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, ha ricordato l’importanza di puntare nella sicurezza sia per difendere i privati che le imprese e le istituzioni. «Investire nella protezione dei dati personali vuol dire rafforzare la cultura della sicurezza e della tutela della privacy a tutti i livelli, fin dalle scuole elementari», osserva Gabriele Faggioli, presidente onorario di Clusit.

Tecniche di difesa ancora poco efficaci

Strategie e tecniche di difesa, per l’associazione, finora sono state poco efficaci, con l’aggiunta di criminali che fanno sempre più uso di tecniche avanzate per mettere a frutto i loro colpi. E trovano strada facile quando alcune buone pratiche di sicurezza, come l’uso di password complesse e cambiate periodicamente, è ancora un miraggio. L’analisi di Europ Assistance sottolinea infatti come il 62% degli italiani conosca le soluzioni per proteggere la propria identità digitale, come i gestori delle password, ma solo il 40% si attivi per cambiarle frequentemente.

Cyber crimine in forte crescita

Lo scenario globale richiede una risposta decisa: l’andamento del cyber crimine nell’ultimo quinquennio ha mostrato una crescita complessiva del 79%, secondo il Rapporto Clusit 2024. In Italia, nel primo semestre dello scorso anno, è andato a segno il 7,6% degli attacchi mondiali. Lo spaccato nostrano sui temi della privacy si differenzia anche per tipologia di comunità di appartenenza.

Le differenze tra grandi e piccoli centri

Il nuovo rapporto della Fondazione per la Sostenibilità Digitale “Privacy e Sicurezza”, mette in luce una differenza tra i grandi centri urbani e i piccoli comuni. Nei primi, il 30% della popolazione è convinto dell’importanza di ridefinire il concetto di privacy, contro un 20% che non lo ritiene necessario. Nei centri più piccoli il 29% degli abitanti non ritiene necessario un cambiamento, mentre il 19% lo considera importante. «In un momento in cui una parte sempre più centrale della nostra vita è intermediata dalle piattaforme digitali, è fondamentale che i cittadini si rendano conto del valore della privacy, e che le istituzioni si attivino per garantirne la tutela» ha spiegato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.

Fonte: Il Sole 24 Ore