Olimpia, colori e fantasia al potere

Fu Beppe Finessi, infaticabile conoscitore, propagatore e vero “agitatore” culturale del mondo del design, a farmi conoscere il mondo caleidoscopico di Olimpia Zagnoli. E succedeva 15 anni fa o giù di lì: per la sua magnifica rivista «Inventario» (una delle poche, reali, invenzioni editoriali di questi anni, progettata fino all’ultima virgola e ovviamente sempre avanti sui tempi): fin dal primo numero avrebbe voluto inserire qualcosa su Olimpia. Mi pare che facemmo in tempo a farlo per il 2 e, da quel momento, l’universo colorato, spiazzante, irriverente e sempre precisissimo della maga OZ, come mi piace chiamarla, è stato, per me, un costante interesse.

Non ha bisogno di molte presentazioni, Olimpia Zagnoli: un curriculum spesso così, dalle copertine del «New Yorker» in giù, e collaborazioni con una miriade di riviste, aziende e una mostra antologica, che si intitolava, appunto, «Caleidoscopica» (a Reggio Emilia nel 2021-22, curata dalla sua complice in varie occasioni, Melania Gazzotti) nella quale, plasticamente, era evidente la sua statura di artista poliedrica. Perché le sta stretta, ovviamente, la definizione di «illustratrice» (senza che questo sia in qualsiasi modo sminuente; una tesi che sostengo da sempre), perché nel suo universo artistico i pezzi di design, i prodotti, i disegni, le tavole e i pensieri – sì, perché Olimpia, quando ci si mette, è brava anche a scrivere – si fondono in un tutt’uno. Così, dopo il suo contributo, a suo tempo pubblicato qui, sul genio grafico di Lora Lamm, quando le ho chiesto se avesse qualche idea da proporre per la nostra «Domenica», mi ha spiazzato ancora una volta dicendomi che in questo periodo, se proprio doveva scrivere qualcosa, non le veniva altro da pensare che… alle caramelle. E sia, allora.

Questa piccola rubrica mobile (la vedrete capitare qua e là per le pagine autunnali della Domenica, fino all’Epifania che con la sua calzetta tutti i dolciumi si porta via) che riprende nel titolo il verso di una celebre canzone di Mina degli anni 70 sarà, proprio a partire dal titolo, una galleria di grafiche e di ricordi, di malinconie e bizzarrie. Una dolce tentazione che Olimpia Zagnoli scarterà ogni settimana con e per noi. Del resto, tutti siamo stati bambini e nulla come le caramelle ti rimette così immediatamente dentro un mondo e un’atmosfera: quella di quando bastava un po’ di zucchero da sciogliere in bocca per regalare un momento di felicità. Ma non era solo questione di dolcezza. Scartare una caramella, tra il fruscio, i colori, le forme (che OZ ci restituirà da par suo in questo appuntamento) è un tuffo nella dimensione del sogno e della fantasia. Ecco, credo che sia questo il legame che OZ ha intravisto, chissà quanto consapevolmente, tra le sue caramelle e il suo lavoro. A noi, non resta che degustarle, domenica dopo domenica, gusto dopo gusto.

Fonte: Il Sole 24 Ore