Olipiadi 2024, il sogno di grandeur che rischia di naufragare sulla Senna

Olipiadi 2024, il sogno di grandeur che rischia di naufragare sulla Senna

Parigi- Un errore di calcolo. Una stima sbagliata. Anzi, forse l’idea di far disputare le gare di nuoto in acque libere e la frazione natatoria del triathlon nella Senna è un vero e proprio peccato di presunzione, che rischia però di essere scontato dagli atleti, mettendo a rischio la loro salute e la credibilità tecnica delle gare che devono affrontare. Tutto questo fa pensare il grottesco balletto che si sta svolgendo sulle sponde del fiume simbolo della città, che ha già ospitato la discussa cerimonia d’apertura (e qui, val la pena evidenziarlo, la notazione vale per le difficoltà e le contraddizioni logistiche dell’evento, senza voler entrarne nel merito dei contenuti) e che dovrebbe (il condizionale a questo punto è d’obbligo) ospitare ora anche le competizioni di cui sopra.

Rinvio

La gara di triathlon maschile è stata infatti rinviata nel cuore di questa notte a causa di preoccupazioni sulla qualità dell’acqua nella Senna dove avrebbe dovuto svolgersi la frazione di nuoto della gara. Secondo gli organizzatori, si cercherà di gareggiare domani, quando è in programma anche la competizione femminile. Il rischio di temporali previsti per martedì, mercoledì e giovedì sera potrebbe però complicare qualsiasi riprogrammazione: le forti piogge causano solitamente l’aumento dei livelli di escherichia coli e di altri batteri nella Senna. Il rinvio dell’evento maschile è arrivato dopo una riunione che ha incluso il Cio, World Triathlon, il team medico e i funzionari della città. Il triathlon – lo ricordiamo – è la prima disciplina olimpica che deve essere disputata nella Senna, prima del nuoto in acque libere nella seconda settimana.

Grandeur naufragata – Proviamo ora per qualche istante a immedesimarci in atleti che hanno atteso nel cuore della notte di sapere se poche ore, o anche pochi minuti dopo, avrebbero dovuto gareggiare per giocarsi il podio anche semplicemente il sogno olimpico. Atleti che avrebbero comunque gareggiato con la consapevolezza di mettere a rischio comunque la propria salute, ma anche in condizioni inedite e mai provate prima (mai la prova in acque libere si è disputata in un fiume, e gli allenamenti di questi giorni sono stati tutti cancellati a causa appunto dell’inquinamento). Due elementi che già da soli bastano a giudicare come minimo inopportuna la scelta del fiume (in cui pure alla vigilia dei Giochi la stessa sindaca Hidalgo s’era tuffata per dimostrarne la salubrità), e come assolutamente fuori luogo la pervicacia con cui questa soluzione viene ancora perseguita (come del resto sottolineato da chi in quelle acque ci si dovrebbe tuffare, come il nostro Greg Paltrinieri).

Le alternative – Di fatto, però, restano discutibili anche le alternative finora proposte alla eventuale e a questo punto probabile bocciatura della Senna. Vada per il possibile utilizzo del bacino dove sono previste le prove di canoa; ma assolutamente risibile sarebbe – nel caso del triathlon – la cancellazione della prova di nuoto e l’assegnazione delle medaglie attraverso un paradossale duathlon fatto solo di bicicletta e corsa. Sarebbe questo uno sfregio alla disciplina e a tutti gli atleti, veri anelli deboli della situazione e vittime di una smania di grandeur che rischia di naufragare sul mondo (melmoso e putrido) del fiume di Parigi.

Fonte: Il Sole 24 Ore