Oliviero Toscani, l’artista delle immagini che catturavano i palpiti della vita

Oliviero Toscani, l’artista delle immagini che catturavano i palpiti della vita

È stato un indiscusso maestro della provocazione come forma somma di comunicazione, Oliviero Toscani, spentosi oggi all’età di 82 anni. Memorabili le terga femminili con l’invito perentorio e fideistico ad amare e seguire per i jeans Jesus, il prete e la suora colti in un bacio appassionato, ma anche i pargoli di ogni razza in colorata unione per Benetton, marchio della cui immagine fu responsabile per quasi vent’anni dal 1992, fino ad arrivare, sempre per Benetton, all’immagine cristologica di un malato terminale di AIDS, criticatissima per la drammaticità assoluta associata invece ad uno scopo commerciale e pubblicitario.

A Toscani, certo, interessava il valore dello shock, la scorrettezza anche: tutto ciò che scuote e genera pensiero, arrivando in modo forte e chiaro a tutti, con una verve tra l’ecumenico e il populista. Eppure, meriti di comunicatore a parte – ai quali va aggiunto l’esperimento Fabrica, e annessa rivista, sviluppata sempre per Benetton – è forse nella purezza ed energia del linguaggio visivo che sta il portato vero di Oliviero Toscani, a ragione uno dei massimi fotografi di moda contemporanei.

Il suo stile incisivo, inequivocabile, cristallino, ha fatto scuola, soprattutto negli anni Settanta e poi Ottanta. Lasciando i fondi per lo più neutri, aveva la capacità di concentrarsi sulla fisicità e personalità del soggetto. Negli scatti di Toscani, infatti, la moda non era mai messa in scena teatrale, ma autentica emanazione della individualità. Creava personaggi con cui ci si voleva identificare, che saltavano letteralmente fuori dalla foto. A differenza di molti suoi imitatori attuali, riusciva a mettere la vita nelle immagini. Il brillare di certi sguardi, il potere di certe pose riverberano ancora, immutati dopo decenni.

Fonte: Il Sole 24 Ore