Omoda 5: com’è fatto il suv cinese pronto al debutto in Italia: dimensioni, motore e prezzi

Alla conquista dell’Europa. Omoda, marchio del gruppo cinese Chery, ha debuttato nel mercato italiano (il primo del Vecchio Continente) da poco con l’obiettivo di stabilire solide basi nel panorama automobilistico globale. Il primo modello della gamma è Omoda 5, un crossover studiato per le esigenze e i gusti dei giovani. L’auto è già disponibile in Italia al prezzo di listino di 27.900 euro.

Stile distintivo e giovanile

In Omoda 5 i designer cinesi hanno voluto incarnare il concetto di “Art in Motion”, dando forma alle preferenze estetiche dei consumatori più giovani sempre alla ricerca di equilibrio.Alla base c’è la piattaforma T1X del gruppo cinese Chery. Le dimensioni di Omoda 5 sono generose ma non troppo: lunga 4,4 metri, larga 1,83 e alta 1,59.L’elemento che caratterizza il frontale è, senza dubbio, l’ampia griglia del radiatore a matrice integrata nel frontale che dona un senso di profondità e imponenza del veicolo. A questo si aggiungono lo spoiler a coda d’anatra sottilmente ribaltato, la linea di cintura filante e il profilo dinamico fastback che formano una curva aurea lungo le fiancate del veicolo. La presenza su strada è enfatizzata dai cerchi da 18 pollici di colore nero.

Interni: equipaggiamento di serie già ricco

Omoda 5 mette in luce un netto avanzamento tecnologico rispetto alle prime proposte dei marchi cinesi. Gli allestimenti sono due (Comfort e Premium) ed entrambi dispongono già di serie del doppio schermo da 10,25 pollici con protocolli Android Auto e Apple Car Play, del pannello di climatizzazione illuminato con texture multicolore, dell’illuminazione ambientale a 64 colori, del sistema audio Sony a 8 altoparlanti e dei sedili sportivi.Omoda 5 adotta interni in nero carbonio che esaltano l’atmosfera elegante-sportivo dell’abitacolo. Il conducente può avvalersi di una ricca la dotazione di sistemi di assistenza alla guida (adas)con 16 sistemi tra cui l’Adaptive Cruise Control (Acc) e l’Autonomous Emergency Braking (Aeb) che aumentano la sicurezza attiva e semplificano la guida per un maggiore comfort.

Gamma motori: in arrivo anche la versione elettrica

La Omoda 5 è dotata di un motore 4 cilindri 1.6 Tgdi turbo benzina che eroga una potenza massima di 108 kW (147 cv) e una coppia massima di 278 Nm abbinato a un cambio a doppia frizione a 7 marce. Questa configurazione consente al veicolo di scattare da 0 a 100 km/h in soli 7 secondi. Sono tre le modalità di guida: Eco, Normal e Sport, che si adattano alle diverse condizioni di guida, dagli ambienti urbani ai terreni accidentati, garantendo la miglior trazione su tutti i fondi.In termini di sicurezza, Omoda 5 ha ottenuto la prestigiosa certificazione europea di sicurezza a cinque stelle. La struttura della carrozzeria è composta per il 78% di acciaio ad alta resistenza per proteggere efficacemente gli occupanti.Entro la fine dell’anno dovrebbe arrivare anche la variante elettrica di Omoda 5, la E5. Omoda: strategia e obiettivi I veicoli Omoda sono frutto della strategia di sviluppo tecnologico “457”, numero che indica quattro piattaforme di propulsione del veicolo, cinque sottosistemi generali e sette tecnologie di base. Questa impostazione consente di realizzare veicoli che coprono tutti i segmenti di mercato: dalle berline di Segmento A, B e C e tutti i suv di segmento B, C e D, andando a esplorare varie soluzioni per i powertrain: l’elettrico puro, l’ibrido, l’elettrico con range extender e anche l’idrogeno fuel cell.È su queste basi che il marchio vuole costruire la propria strategia europea. Il debutto sui mercati del Vecchio Continente è dettato dalla volontà di contribuire con le proprie vetture a basso impatto ambientale alla rivoluzione che sta interessando l’intero settore della mobilità. L’intenzione è di partecipare attivamente alla lotta al cambiamento climatico e al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050.Dopo il crossover Omoda 5, nei prossimi 3 anni, il brand proporrà una gamma completa di veicoli dotati di diverse tecnologie propulsive al fine di rispondere al meglio alle esigenze di mobilità di tutti gli automobilisti europei.

Fonte: Il Sole 24 Ore