Orologi, export in aumento di oltre il 9% nei primi otto mesi 2023

Orologi, export in aumento di oltre il 9% nei primi otto mesi 2023

L’export di orologi svizzeri ha archiviato la lieve flessione di luglio ed è tornato a crescere in agosto. Le esportazioni di segnatempo elvetici sono state pari a 1,81 miliardi di franchi (1,90 miliardi di euro al cambio attuale) nell’agosto di quest’anno, il 4% in più rispetto allo stesso mese del 2022. Per quel che riguarda l’insieme dei primi otto mesi del 2023, l’export di orologi rossocrociati è stato di 17,35 miliardi di franchi (18,21 miliardi di euro), in aumento del 9,2% in rapporto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Il polo elvetico degli orologi rappresenta oltre la metà del fatturato mondiale del settore ed esporta oltre il 90% della sua produzione. I dati sull’export forniti dalla Federazione dell’industria orologiera svizzera (Fh) sono quindi un indicatore di rilievo. In agosto otto dei primi dieci mercati hanno registrato il segno positivo, con gli Stati Uniti e Hong Kong a fare ancora da traini principali; segno negativo nel mese invece per la Cina e l’Italia, che però sono anch’esse ben posizionate se si guarda al totale dei primi otto mesi.

Questi i dati di agosto per la top ten dei mercati: Stati Uniti 297 milioni di franchi (+13%), Cina 190 milioni (-27%), Hong Kong 146 milioni (+29%), Regno Unito 136 milioni (+21%), Giappone 125 milioni (+8%), Singapore 111 milioni (+3%), Germania 96 milioni (+5%), Francia 79 milioni (+14%), Emirati Arabi 67 milioni (+8%), Italia 57 milioni (-6%). Per quel che concerne la Cina, sui dati di agosto secondo la Fh hanno inciso sia i colpi di freno alla sua crescita economica sia l’effetto statistico dovuto al forte rimbalzo registrato un anno prima, legato al dopo lockdown di Shanghai.

In agosto sono salite le esportazioni dei due estremi, la gamma alta e la gamma di base. Gli orologi della prima, con un prezzo superiore ai 3 mila franchi, hanno avuto un +5,1% in valore; i segnatempo della seconda, con un prezzo inferiore ai 200 franchi, hanno registrato un +11,6%. Gli orologi della gamma medio-alta, con prezzo tra 500 e 3 mila franchi, hanno avuto un -3,6%; i segnatempo della gamma media, con prezzo tra 200 e 500 franchi, hanno registrato un -0,5%.

Il quadro dell’export dei primi otto mesi del 2023 è diverso da quello del solo mese di agosto, tutti i dieci mercati principali sono infatti in territorio positivo nel periodo. Queste le cifre: Stati Uniti 2,6 miliardi di franchi (+9%), Cina 1,8 miliardi (+9%), Hong Kong 1,5 miliardi (+26%), Giappone 1,16 miliardi (+6%), Regno Unito 1,12 miliardi (+9%), Singapore 1 miliardo (+6%), Germania 898 milioni (+10%), Francia 823 milioni (+8%), Emirati Arabi 789 milioni (+12%), Italia 694 milioni (+10%). La Corea del Sud, che è all’undicesimo posto, in agosto è andata bene ed ha così ridotto per gli otto mesi il suo saldo negativo (-9%, contro -11% nei primi sette mesi). Il rallentamento economico internazionale e la forza del franco, che rende più cari in termini reali i prodotti svizzeri, non hanno sin qui fermato la marcia delle esportazioni elvetiche. L’andamento dei primi otto mesi di quest’anno è un risultato chiaramente positivo, considerando il contesto. Come sempre, la Federazione dell’industria orologiera svizzera resta comunque prudente sulle prospettive. Per la Fh è possibile che in questa seconda metà dell’anno la crescita dell’export si riveli nel complesso meno forte di quella della prima metà. Ciò non dovrebbe impedire, ammette la pur cauta Federazione, che il bilancio finale del 2023 possa registrare in ogni caso un incremento significativo rispetto al 2022.

Fonte: Il Sole 24 Ore