Orologi, Stati Uniti e Giappone trainano l’aumento dell’export

In agosto le esportazioni di orologi svizzeri hanno registrato ancora il segno positivo. L’export di segnatempo elvetici è stato infatti di 1,95 miliardi di franchi (2,07 miliardi di euro al cambio attuale), il 6,9% in più rispetto a un anno prima. Un passo avanti che arriva dopo il progresso già avuto a luglio e le flessioni invece di giugno e maggio. L’incremento di agosto consente di ridurre ulteriormente il calo da inizio anno. Negli otto mesi gennaio-agosto 2024 l’export di orologi rossocrociati è stato di 17,11 miliardi di franchi (18,20 miliardi di euro), l’1,4% in meno in rapporto allo stesso periodo dell’anno scorso.

A far da traino in agosto sono stati soprattutto gli Stati Uniti e il Giappone. I principali mercati europei, con l’Italia in evidenza, hanno pure registrato il segno positivo. Continua invece la discesa di Cina e Hong Kong. Questi i dati dei primi dieci mercati nel mese: Stati Uniti 320 milioni di franchi (+7%), Cina 179 milioni (-5%), Giappone 143 milioni (+14%), Regno Unito 141 milioni (+3%), Hong Kong 132 milioni (-11%), Singapore 124 milioni (+9%), Germania 99 milioni (+2%), Emirati Arabi Uniti 85 milioni (+26%), Francia 79 milioni (+0,7%), Italia 68 milioni (+17%).

Guardando al tipo di prodotti esportati, il progresso in agosto è legato chiaramente all’incremento dei segnatempo a prezzo alto. L’aumento in valore dell’export di prodotti di gamma alta, con prezzo sopra i 3 mila franchi, è stato del 14% nel mese. Ci sono state di contro flessioni per le altre gamme. Il calo è stato del 16% per la gamma medio-alta (prezzo tra 500 e 3 mila franchi), del 13% per la gamma media (prezzo tra 200 e 500 franchi), del 7% per la gamma di base (prezzo sotto i 200 franchi).Per quel che riguarda ancora la top ten dei mercati, queste sono le cifre per l’intero periodo gennaio-agosto: Stati Uniti 2,8 miliardi di franchi (+5%), Cina 1,4 miliardi (-21%), Hong Kong 1,2 miliardi (-18%), Giappone 1,2 miliardi (+11%), Regno Unito 1,1 miliardi (-0,5%), Singapore 1 miliardo (+1%), Germania 866 milioni (-3%), Francia 864 milioni (+5%), Emirati Arabi Uniti 819 milioni (+3%), Italia 679 milioni (-2%). Nonostante questa lieve flessione, il mercato italiano conferma il suo decimo posto, grazie anche ai passi avanti di luglio e agosto.

L’industria elvetica degli orologi rappresenta oltre il 50% del fatturato mondiale del settore ed esporta oltre il 90% della sua produzione. I dati sulle esportazioni forniti dalla Federazione dell’industria orologiera svizzera (Fh) sono un indicatore di rilievo. Dopo i livelli record dell’anno scorso, quest’anno il rallentamento economico internazionale e la forza del franco hanno creato maggiori ostacoli all’export rossocrociato. Il polo elvetico dei segnatempo ha peraltro limitato i danni negli otto mesi, come visto. Tuttavia la stessa Fh è cauta sugli sviluppi e mette in guardia sia sulle frenate della domanda in alcune aree economiche sia sulla forza del franco che rende di fatto più cari i prodotti svizzeri. C’è poca visibilità per quel che riguarda il possibile andamento dei mercati nei prossimi mesi, afferma la Fh. La sfida per l’industria elvetica dei segnatempo ora è continuare a tenere le posizioni, nonostante il complicato contesto internazionale.

Fonte: Il Sole 24 Ore