Ortofrutta, Italia da terzo esportatore a sedicesimo: ecco le misure anticrisi
Dieci milioni di euro per la filiera frutticola della pera, due milioni di euro per quella del kiwi, 9,4 milioni di euro per gli agrumi e 20 milioni di prestiti cambiari in manovra, a sostegno di tutto il settore. Il Governo corre ai ripari, dopo la richiesta di aiuto lanciata a più riprese dal comparto ortofrutticolo. Pere e kiwi sono i casi più rappresentativi di una crisi in cui ex campioni dell’export italiano subiscono la concorrenza di prodotti olandesi e belgi (nel caso delle pere, la cui produzione è calata del 70% quest’anno) o che lasciano spazio al prodotto greco (kiwi).
Pere, crisi senza fine
Solo pochi giorni fa l’annuncio della rinuncia da parte di Consorzio di Tutela della Pera Emilia Romagna Igp, UnaPera e della Oi di riferimento alla partecipazione a Futurpera, la più importante Fiera di settore, che si tiene a Ferrara: «Senza sostegni per gestire la drammatica contingenza – hanno detto i presidenti – non ha senso partecipare». E la mobilitazione degli agricoltori emiliano romagnoli, che a Bologna hanno sollecitato misure a sostegno della Fruit Valley, uno dei più rilevanti comparti dell’agricoltura nazionale (oltre 14 miliardi di euro di fatturato, il 25% dell’intero settore primario italiano).
In arrivo 12 milioni per decreto
I 12 milioni a valere sul “Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura” sono contenuti in un decreto approvato il 9 novembre dalla Conferenza Stato-Regioni e prevedono fino a 1.100 euro per ettaro (nel caso delle pere) e fino a mille euro per ettaro (nel caso del kiwi) per le aziende agricole che negli anni 2022 e 2023 abbiano registrato un decremento del valore della produzione superiore al 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Gli interventi del ministero
Il ministro dell’Agricoltura ha anche annunciato un decreto da 9,4 milioni di euro per sostenere il settore degli agrumi dal malsecco, l’ennesima fitopatia che sta mettendo in ginocchio un comparto da 250 milioni di export in Europa e che recentemente è stato oggetto di una interrogazione a Bruxelles, con richiesta di intervento da parte della Ue.
Ma in sofferenza risulta tutto l’ortofrutticolo, aggredito da fitopatie sempre più resistenti, dalle sferzate siccitose e gelide del climate change e in perenne stato di allerta per il taglio del 50% sui fitofarmaci, che la Ue ha annunciato di voler perseguire, in ottemperanza agli obiettivi della strategia Farm to Fork.
Fonte: Il Sole 24 Ore