Ottobre rosso: -1,1% nell’export extra-Ue

Ottobre rosso: -1,1% nell’export extra-Ue

Se primi nove mesi dell’anno il calo dell’export è stato pari allo 0,7%, il bilancio gennaio-ottobre 2024 difficilmente sarà migliore. In attesa dei dati europei, che tuttavia alla luce del trend in Germania non si annunciano spettacolari, i valori extra-Ue pubblicati dall’Istat aggiungono altra sabbia negli ingranaggi del Made in Italy, con un calo annuo dell’1,1%. Determinato in particolare da una caduta a doppia cifra verso Stati Uniti e Medio Oriente, frenata non controbilanciata dal pur brillante scatto della Turchia (+33%), quasi certamente (mancano i dettagli settoriali ma negli ultimi mesi è andata in questo modo) determinato dalle vendite di oro, in particolare dal distretto di Arezzo.

Nei primi dieci mesi del 2024, la dinamica dell’export verso i paesi extra Ue è comunque ancora moderatamente positiva (+0,8%). Nello stesso periodo, l’avanzo commerciale con questi mercati i paesi raggiunge i 51,1 miliardi di euro (era +31,4 miliardi nei primi dieci mesi 2023).

I dati nel dettaglio

 A ottobre 2024 si stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra Ue27 , una riduzione congiunturale per le esportazioni (-3,5%) e un aumento per le importazioni (+1,1%).

 La diminuzione su base mensile dell’export riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie, a eccezione di beni di consumo durevoli (+8,6%); le riduzioni più ampie si rilevano per energia (-10,7%) e beni strumentali (-7,4%). Dal lato dell’import, a esclusione di beni intermedi (-4,3%), si registrano aumenti congiunturali diffusi di diversa entità: energia (+8,0%), beni strumentali (+2,5%), beni di consumo non durevoli (+0,7%) e beni di consumo durevoli (+0,1%).

 Nel trimestre agosto-ottobre 2024, rispetto al precedente, l’export registra una riduzione contenuta (-0,2%) cui contribuisce il calo delle vendite di energia (-18,1%) e beni strumentali (-4,0%). Nello stesso periodo, l’import mostra un lieve aumento (+0,3%), spiegato dai maggiori acquisti di beni di consumo durevoli (+5,4%) e non durevoli (+0,6%) e beni intermedi (+1,8%).

Fonte: Il Sole 24 Ore