Ovs arricchisce l’offerta di marchi e collezioni. Ricavi a +5%

Archiviare la prima parte dell’anno con una crescita del 5% e un ebitda margin aumentato all’8,4% dei ricavi (arrivati a 352,2 milioni nel periodo febbraio-aprile) non è cosa da poco, in un momento difficile per ogni segmento dell’industria della moda e del lusso. Altrettanto positivo è avviarsi alla fine del secondo trimestre fiscale (maggio-luglio) perfezionando un’acquisizione, il 3% di Goldenpoint, con la possibilità di salire al 51% entro luglio 2025. Sono due notizie sul gruppo Ovs da collegare: la prima riflette la strategia dell’amministratore delegato Stefano Beraldo di contrastare calo del potere d’acquisto e concorrenza affinando qualità e rapporto qualità-prezzo e allargando e diversificando l’offerta nel core business dell’abbigliamento. La seconda si collega all’investimento in nuove categorie, sulla scia di quanto fatto per la cosmetica, che sta avendo un ottimo successo.

«I dati del gruppo sono in controtendenza, è vero. Ma nulla avviene per caso – spiega l’ad –. Stiamo raccogliendo molto di ciò che abbiamo seminato e i buoni risultati ci danno l’energia, pur in uno scenario che resta incerto, soprattutto a livello geopolitico, di pensare a nuove categorie, partnership e progetti, in Italia e all’estero. Gli obiettivi restano gli stessi: coltivare, anche proteggendo dall’incertezza, per quel che riusciamo, i clienti che abbiamo, e pensare ad attrarne di nuovi».

Lo sviluppo del brand Piombo

La grande novità di Ovs degli ultimi anni è l’ingresso nel gruppo di Massimo Piombo, stilista fuori dagli schemi che sembra aver trovato la sua casa ideale nel gruppo guidato da Ovs, di cui è direttore creativo e per il quale ha creato collezioni donna, uomo, bambino e da cerimonia.

«L’ultimo tassello che abbiamo aggiunto si chiama Contemporary: fa parte della grande famiglia di linee a marchio Massimo Piombo che si trovano in Ovs – racconta ridendo lo stilista – ed è pensata per donne e uomini che cercano uno stile basico, ricco però di piccoli dettagli da scoprire. Capi semplici ma di qualità e nient’affatto anonimi. Anzi, che dicono molto di chi li indossa, persone che non seguono le tendenze ma vogliono comunque esprimersi con le loro scelte di abbigliamento, che poi, secondo me, sono scelte di vita, perché rispecchiano valori, persino una visione del mondo». Beraldo interviene prima che Piombo diventi «troppo filosofico»: tra i due si è rafforzata un’intesa basata sul reciproco rispetto dei ruoli e sul confronto costruttivo, che ogni tanto prevede qualche battuta e punzecchitura.

«Oltre al lavoro fatto con le collezioni che portano il suo nome, Massimo ha dato una grande contributo al nuovo corso di B Angel, il marchio da donna che era nato da un’intuizione di Elio Fiorucci e che si chiamava Baby Angels – aggiunge Beraldo –. Lo stesso vale per Utopja, con collezioni maschili e femminili e vicino allo streetwear. Qui è del tutto nuova pure la promozione, per la quale usiamo giovanissimi creator di Tik Tok. Poi c’è l’offerta beauty, nata facendo scouting tra brand, anche stranieri, poco conosciuti in Italia. È una scelta impegnativa perché sui cosmetici i clienti non perdonano, anche se sono teenager: pretendono un racconto approfondito dei prodotti e non sopportano di veder tradite promesse». I progetti non si fermano qui, perché Beraldo, noto cultore del denim, ha riportato in Italia la genialità di Adriano Goldschmied, con linee di jeans all’avanguardia ora pure per l’impatto ambientale.

Fonte: Il Sole 24 Ore