Pandemia, le spese al filtro del 730: più bonus casa, meno sport e sanità

Pandemia, le spese al filtro del 730: più bonus casa, meno sport e sanità

Chiusi in casa durante il lockdown del 2020, gli italiani hanno speso meno in medicinali, visite ed esami. La cifra portata in detrazione quest’anno è più bassa in media di 99 euro. Sono in calo anche molte voci di costo legate ai figli, come attività sportive, mense scolastiche, asili nido. Aumenta del 2,7%, invece, la percentuale dei contribuenti che sfruttano la detrazione standard sui lavori in casa: in pratica, grazie alla ripresa estiva dei cantieri, coloro che oggi detraggono la prima rata sono più numerosi di coloro che hanno detratto l’ultima nei 730 presentati nel 2020.

I dati del Caf Acli fotografano – a campagna dichiarativa in corso – come sono cambiate nell’anno della pandemia le spese familiari agevolate dal Fisco. «Il campione conta oltre 990mila modelli 730 inviati nelle scorse settimane e fino al 4 luglio – spiega Paolo Conti, direttore generale del Caf Acli – e coinvolge solo contribuenti che hanno presentato la dichiarazione sia nel 2020 sia quest’anno». La prima impressione è che il Coronavirus abbia pesato più delle due novità normative al debutto dal 1° gennaio 2020, e cioè il divieto di pagare in contanti le spese detraibili al 19% (esclusi farmaci e prestazioni presso strutture pubbliche o accreditate) e il décalage di alcuni bonus per chi dichiara più di 120mila euro di reddito (con azzeramento a 240mila euro).

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Le spese mediche

La detrazione sulle spese sanitarie si conferma la più diffusa. Nei modelli presentati in queste settimane, però, calano sia la frequenza di utilizzo (da 72 a 70,6%) sia l’importo detratto (da 1.098 a 999 euro). «Il fatto che la spesa sia diminuita più del numero di contribuenti – commenta Conti – fa pensare al rinvio di visite preventive e di routine, soprattutto tra gli anziani e i bambini. L’obbligo di tracciabilità, criticabile per spese che dopotutto sono già fatturate, ha comunque un impatto minore della pandemia».

Palestre, scuole, asili e università

I mesi passati in casa si riflettono nel crollo delle spese per attività sportive dei ragazzi: la frequenza è quasi dimezzata (dal 6,3 al 3,7%). Attenzione, però, allo sfasamento temporale: le famiglie che avevano pagato l’iscrizione annuale a settembre del 2019 (ad esempio a un corso di basket) spesso non hanno ricevuto un rimborso, ma un voucher per le lezioni non sfruttate, che hanno poi “speso” a settembre del 2020 per la nuova iscrizione. Mentre chi si è iscritto per la prima volta lo scorso autunno ha pagato l’abbonamento alla stagione 2020-21 e lo sta detraendo adesso.

Idem per le spese di istruzione, che per la scuola pubblica sono costituite – per lo più – dalla mensa: si passa dall’8,3 al 6,8% e da 536 e 393 euro. In alcuni casi le somme riferite ai periodi di Dad sono state rimborsate, in altri sono state scalate dal 2020-21. Oltre alle chiusure, sul calo della detrazione per gli asili nido (dallo 0,5 allo 0,3%) pesa la crescente diffusione del bonus nido erogato dall’Inps, che è incompatibile con lo sconto fiscale.

Fonte: Il Sole 24 Ore