Paramount, allo studio intese sullo streaming con occhi rivolti a Warner Bros. Discovery
La chiave di volta starebbe stavolta nell’unione di singoli business. E, nel caso specifico, facendo squadra nello streaming che sta portando più dolori che gioie a una Paramount al centro dell’attenzione per un processo di vendita che non è decollato e che ha visto, da ultimo, il naufragio delle trattative fra Shari Redstone (a capo della National Amusements: la società della famiglia che controlla il 77% di Paramount Global che controlla Paramount) e la Skydance di David Ellison.
Il figlio di Larry Ellison – cofondatore di Oracle – avrebbe mirato alla fusione all’interno di Paramount. E invece è la Cnbc a rilanciare un’ipotesi che, come qualche mese fa, vede dall’altra parte Warner Bros. Discovery. Ma questa volta – dopo le voci dei mesi scorsi che indicavano trattative che avevano come obiettivo la vendita dell’intera Paramount al colosso media guidato da David Zaslav – l’approdo finale sarebbe una fusione fra i due servizi streaming dei big media statunitensi: Max (per Warner Bros. Discovery) e Paramount+. La prima con 100 milioni di utenti nel mondo e la seconda che ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con 71 milioni di sottoscrittori.
In realtà l’articolo tratteggia un quadro di discussioni a più ampio raggio e con varie società, intrattenute da parte di una Paramount Global interessata a intervenire sul suo servizio streaming Paramount+ che deve fare i conti – come tutte le piattaforme di streaming del resto – con un mercato saturo, soprattutto negli Usa, che mal si concilia con la necessità di tenere alti gli investimenti sul contenuto per farsi strada. A questo occorre aggiungere la situazione particolare di una Paramount (con in pancia asset che vanno da canali della tv via cavo quali Mtv, Comedy Central e Cbs, oltre al servizio di streaming Paramount+) appesantita da 14,6 miliardi di dollari di debiti.
Warner Bros. Discovery sarebbe comunque, per la Cnbc, fra le realtà più interessate a un matrimonio fra servizi streaming. Del resto è innegabile che un servizio unificato rappresenterebbe il miglior antidoto alle fughe di sottoscrittori che rappresentano la vera grande piaga per le piattaforme di streaming che si danno battaglia a suon di offerte e di contenuti.
In questo nuovo schema ci sarebbe, quindi, da una parte una Warner Bros. Discovery con 103 milioni di dollari di Ebitda rettificato annuale nel 2023 dopo aver perso 2,1 miliardi di dollari l’anno prima e dall’altra una Paramount che ha riportato una perdita di 1,67 miliardi di dollari di reddito operativo direct-to-consumer prima di ammortamenti e svalutazioni nel 2023, preceduta da 1,8 miliardi di dollari di perdite dell’anno precedente.
Fonte: Il Sole 24 Ore