Partita la manifestazione pro Europa, Serra: piazza con idee diverse è scandalo ma si chiama democrazia

Partita la manifestazione pro Europa, Serra: piazza con idee diverse è scandalo ma si chiama democrazia

Ha preso il via sulle note dell’inno alla gioia la manifestazione a piazza del Popolo per l’Europa, lanciata da Michele Serra. «Siamo in tanti perché siamo popolo», le prime parole del giornalista dal palco. Migliaia di bandiere dell’Ue a fare da cornice all’iniziativa, ativisti, «europeisti» ma anche tanti parlamentari presenti nel cuore di Roma. In cielo sventolano anche le bandiere della pace insieme a quelle di Ucraina e Georgia. Tanti gli slogan pro-Europa ma anche tanti contro la politica del riarmo. «La salvezza non sta nella forza bruta delle armi ma nella costruzione di rapporti umani», è scritto su uno striscione sorretto da due donne.

«Non può che essere così una piazza europea»

«Siamo in tanti e siamo diversi, e non può che essere così una piazza europea. In un mondo in frantumi una piazza che unisce persone con idee diverse è uno scandalo, e questo scandalo si chiama democrazia, non è molto di moda ma è la democrazia”, aggiunge Serra aprendo la manifestazione. «Abbiamo queste due parole preziose tra le mani, pace e libertà, ma non sappiamo bene come usarle senza che cadano a terra, e si rompano, e ci restino solo i cocci. Questa piazza non ha risposte, ma ha ben chiare le domande. Questa piazza è un punto interrogativo di colore blu. Noi siamo la domanda che consegniamo a noi stessi, a chi ci governa, a chi ci rappresenta nel Parlamento italiano e in quello europeo. Chi si illude di avere le risposte in tasca, e sa come si fa la guerra, e sa come si fa la pace, oggi non è qui».

«La politica serve a sentirsi meno soli»

«Ai politici presenti in piazza – prosegue Serra – che ringrazio di cuore, e a quelli che non ci sono, che rispetto, ho solo un piccolo rilievo da muovere. Siete troppo intelligenti. Cercate, per favore, di essere un poco più stupidi, come questa piazza che non ha fatto calcoli, che non sa esattamente che cosa si deve fare, ma cerca di farlo lo stesso. Cercate, per favore, di parlarvi e addirittura di ascoltarvi. Noi siamo qui, oggi, perché la nostra solitudine e le nostre speranze ci impedivano di restarcene in casa. Ci hanno spinto a uscire di casa, e a ritrovarci qui. Insieme. La ripeto perché è la più europea delle parole: insieme. Forse stasera ci sentiremo un poco meno confusi. Forse, ancora più confusi. Di sicuro, ci sentiremo un po’ meno soli. A questo dovrebbe servire la politica: a sentirsi meno soli».

Fonte: Il Sole 24 Ore