Partite Iva, acconti a rate verso il bis: questa volta anche per i contributi
Gli acconti di imposte e tasse per le partite Iva pagati a rate verso il bis. E se tutto va bene, autonomi e professionisti con volume d’affari fino a 170mila euro potranno replicare anche quest’anno la scelta di versare le tasse al fisco in relazione alla loro disponibilità economica scegliendo di non pagare gli acconti Irpef, Ires o Irap entro il 30 novembre (quest’anno il 2 dicembre perché il 30 cade di sabato), ma con un pagamento in unica soluzione entro il 16 gennaio 2025 o al contrario spalmando i pagamenti in cinque rate da gennaio a maggio 2025.
Un successo che, secondo la Lega e in particolare secondo il suo “padre putativo” Alberto Gusmeroli potrebbe essere replicata anche alla luce dell’apertura ad una proroga fatta dal ministro Giancarlo Giorgetti nel corso del question time alla Camera di mercoledì 13 novembre.
L’apertura cauta del ministro
Nella sua risposta al collega di partito Alberto Gusmeroli, il ministro dell’Economia ha snocciolato i numeri della sperimentazione dello scorso anno sottolineando che la misura «è stata accolta con grande interesse anche dagli intermediari e dai professionisti, perché ha consentito una maggiore flessibilità nella pianificazione delle spese fiscali per i lavoratori autonomi».
A scegliere il pagamento degli acconti a rate sono stati 276.277 titolari di partita Iva di cui 83.233 soggetti Irpef e 193.044 ripartiti tra minimi e forfettari. In tutto hanno prodotto uno spostamento di cassa per circa 600 milioni di euro. Certo è che il ministro non ha comunque perso l’occasione per puntualizzare che il bis a questa misura potrà essere possibile «nei limiti delle disponibilità finanziarie sussistenti».
Le nuove proposte della Lega
Sono almeno tre le ipotesi di una replica degli acconti a rate presentati dalla lega. Due (con primo firmatario Massimiliano Romeo, il capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama) viaggiano come correttivi già segnalati al decreto collegato alla manovra e all’esame del Senato. Il terzo, più ambizioso, è un emendamento alla legge di bilancio che guarda al futuro in maniera sistemica.
Fonte: Il Sole 24 Ore