Partite Iva, arriva il maxisconto con la flat tax sul concordato preventivo

Il Governo prepara con un decreto – dato in arrivo in Consiglio dei ministri già domani venerdì 26 luglio o al massimo in quello del 7 agosto, ultimo prima della pausa estiva – il maxisconto per le partite Iva che aderiranno al concordato preventivo. Al posto della più onerosa tassazione con l’Irpef ad aliquote crescenti in base al reddito, la soluzione che il viceministro all’economia, Maurizio Leo, e i suoi tecnici hanno deciso di adottare è quella di introdurre una flat tax sul differenziale tra la proposta accettata di concordato preventivo formulata dall’amministrazione finanziaria e il reddito dichiarato per il 2023. Una flat tax con aliquote crescenti del 10%, 12% e 15% in base al voto riportato nelle pagelle fiscali (più di otto, tra sei e otto, meno di sei).

Le richieste del Parlamento

Ufficialmente, come anticipato sulle pagine del quotidiano Il Sole 24 Ore del 10 luglio 2024, è stato il Parlamento con i pareri espressi dalle commissioni Finanze di Camera e Senato a chiedere al Governo di intervenire con le condizioni espresse nei pareri al decreto correttivo sul concordato preventivo. Sono state recepite così le richieste arrivate sia dal Consiglio nazionale dei commercialisti sia da Cna e Confartigianato per rendere più appetibile e meno oneroso l’accettazione della proposta di concordato che determina un maggior reddito da rispettare per il 2024 (anche se in questo caso con un abbattimento dell’imponibile richiesto della metà) e per il 2025.

Proposte più attrattive

La flat tax ad aliquote crescenti che premia comunque chi fiscalmente è più affidabile, come accennato, rappresenta comunque il tentativo per fare breccia tra le associazioni di categoria di artigiani e autonomi e tra i commercialisti, che assistono le partite Iva interessate, per spingere le adesioni al concordato. Anche perché lo strumento in base ai primi calcoli proposti (si veda «Il Sole 24 Ore» del 18 giugno 2024) rischia di chiedere un conto fino a otto volte superiore ai contribuenti che hanno dimostrato una minore affidabilità fiscale conseguendo voti ben sotto la soglia dell’otto in pagella. Né sembra aver fugato finora la diffidenza verso l’accordo la possibilità di arrivare gradualmente al 10 in pagella richiesto dal software, con uno step intermedio che per il primo anno prevede un abbattimento del 50% del reddito (e quindi delle imposte dovute) secondo quanto prospettato nell’accordo.

Risorse da consegnare alla manovra

I tempi sono comunque stretti perché la partita del concordato si giocherà tutta dopo la pausa estiva, e quindi è necessario definire un quadro di regole complete. Il passaggio decisivo sarà l’accettazione della proposta entro il 31 ottobre e poi il versamento dell’acconto entro il 30 novembre. Da questi due step il Governo saprà su quante e quali risorse aggiuntive (per ora non stimate) in vista delle misure da adottare con il cantiere della manovra già aperto.

Fonte: Il Sole 24 Ore