Partite Iva, concordato preventivo anche per chi ha già presentato la dichiarazione

Concordato preventivo per le partite Iva ancora accessibile per chi ha già inviato la dichiarazione dei redditi 2024 (relativa al periodo d’imposta 2023). Sarà, infatti, possibile inviare un modello correttivo nei termini entro il 31 ottobre per formalizzare le adesioni. Il chiarimento arriva dalla (corposa) circolare 18/E/2024 firmata dal direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini e il cui imminente arrivo era stato anticipato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo durante il convegno organizzato venerdì 12 settembre dall’Ordine dei commercialisti di Velletri.

La scadenza del 31 ottobre 2024

Dunque, anche chi ha già inviato la dichiarazione senza aderire può ripensarci. Come spiega testualmente la circolare, «al riguardo si ritiene che nulla osti ad aderire alla proposta di concordato attraverso una dichiarazione correttiva nei termini presentata entro il 31 ottobre 2024, tenuto conto che, per il solo primo anno di applicazione dell’istituto, tale termine coincide con quello previsto per l’adesione» al concordato preventivo biennale (Cpb).

L’esercizio della doppia attività

Un altro tema affrontato attraverso una delle domande e risposte contenute nel documento di prassi dell’Agenzia riguarda il caso dell’esercizio della doppia attività. In pratica, si tratta di una partita Iva che svolge sia attività d’impresa che di lavoro autonomo entrambe soggette alle pagelle fiscali (gli Isa). In questa circostanza le Entrate formuleranno due distinte proposte, a cui il contribuente potrà aderire sia congiuntamente sia individualmente.

Le partite Iva in flat tax

Il concordato preventivo si applica anche alle partite Iva in flat tax, il coisiddetto regime forfettario, anche se in questo caso solo per un anno (il 2024). Che cosa succede a chi ha superato la soglia massima prevista dal regime, ossia 85mila euro di ricavi o compensi? Può aderire alla proposta di concordato preventivo prevista per i soggetti Isa per il biennio 2024/2025? In questo caso la risposta delle Entrate è negativa: «Il contribuente che nel p.i. 2023 ha superato la soglia prevista per l’applicazione del regime forfetario non può aderire alla proposta CPB prevista per i soggetti Isa per il biennio 2024/2025 non avendo applicato gli Isa nel periodo d’imposta 2023».

Cambio di regime da competenza a cassa

Cosa accade se un contribuente passa dalla contabilità ordinaria a quella semplificata transitando dal regime di competenza a quello di cassa? La risposta della circolare è che tra le ipotesi che determinano la cessazione o la decadenza non c’è «l’eventuale passaggio dal regime di competenza a quello di cassa e viceversa durante i periodi d’imposta per i quali il contribuente ha aderito alla proposta di concordato preventivo biennale». Dunque laddove «dovesse ricorrere tale fattispecie nelle annualità per le quali il contribuente ha aderito al concordato preventivo biennale, lo stesso continuerebbe ad avere efficacia».

Fonte: Il Sole 24 Ore