Partite Iva, dai ricavi alle attività tutte le verifiche per gli acconti a rate

Partite Iva, dai ricavi alle attività tutte le verifiche per gli acconti a rate

Tornano gli acconti a rate per le partite Iva. Ma non per tutte. L’approvazione dell’emendamento al Senato nel Dl fiscale ripropone anche per quest’anno la possibilità di avvalersi del rinvio della scadenza della seconda rata di acconto del 2 dicembre (il 30 novembre cade di sabato) al 16 gennaio, con la possibilità di estendere i versamenti in ulteriori quattro rate oltre alla prima in scadenza rispettivamente il 16 febbraio, il 16 marzo, il 16 aprile e il 16 maggio. Naturalmente per le rate successive alla prima si dovranno applicare anche gli interessi.

Le partite Iva ammesse

In primo luogo, la modifica approvata – così come già avvenuto lo scorso anno – si rivolge alle persone fisiche titolari di partita Iva: ditte individuali, autonomi, professionisti. Quindi non sono della partita le società, che restano pertanto obbligate al versamento senza possibilità di rinvio della seconda rata di acconto. A conti fatti è molto probabile che la platea effettiva si avvicini a quella che lo scorso anno si era avvalsa dell’opportunità e che si era poi attestata a 276mila unità.

Il limite dei ricavi o compensi

Non basta essere partite Iva individuali. È necessario non aver superato una soglia di ricavi o compensi nel periodo d’imposta precedente di 170mila euro. Quindi il confine è proprio questo: chi ha oltrepassato il limite non avrà diritto a differimento e rateizzazione.

Il caso degli agricoltori

Per quanto riguarda gli agricoltori la norma fa una precisazione e una delimitazione. Per i titolari di reddito agrario, che siano anche titolari di reddito d’impresa, il limite di ricavi e compensi si intende riferito al volume d’affari.

Fuori i contributi

Anche quest’anno restano fuori dal rinvio e dalla rateizzazione degli acconti i contributi previdenziali e assistenziali e i versamenti dei premi assicurativi dovuti all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail).

Fonte: Il Sole 24 Ore