
Partite Iva, in arrivo la riapertura del concordato preventivo fino al 10 dicembre – Incassi a 1,3 miliardi
La riapertura del concordato preventivo accelera. Un decreto legge in arrivo sul tavolo del Consiglio dei ministri per consentire di aderire all’accordo tra Fisco e contribuenti fino al prossimo 10 dicembre. Decreto legge poi destinato a essere tramutato in un emendamento al decreto collegato alla manovra (Dl 155/2024), ora all’esame del Senato. È questa la soluzione che i tecnici hanno messo a punto e stanno per sottoporre al vaglio politico di Palazzo Chigi.
Il pressing della maggioranza
Una decisione che arriva dopo che da tutta la maggioranza sono arrivate sollecitazioni per consentire ancora alla platea delle partite Iva interessate di poter decidere di aderire all’accordo. Naturalmente vanno limati gli aspetti non secondari, perché la nuova scadenza per l’opzione sarebbe successiva a quella per il versamenti degli acconti del 30 novembre (che slitta al 2 dicembre poiché quest’anno cade di sabato). Quindi bisogna per forza di cose stabilire un doppio binario di versamenti per chi ha aderito entro il 31 ottobre e chi lo farà successivamente con la riapertura.
L’obiettivo di aumentare il gettito
L’obiettivo principale è di spingere attraverso le ulteriori adesioni il gettito da concordato preventivo biennale. Al momento, i dati sulle prime elaborazioni anticipate dal viceministro all’Economia Maurizio Leo a «Il Sole 24 Ore» in edicola il 5 novembre parlano di 500mila partite Iva che hanno complessivamente già detto sì all’accordo con il Fisco. Nella sola platea dei soggetti Isa (le pagelle fiscali) le adesioni hanno superato il 15% del totale della platea (circa 405mila su 2,7 milioni). Ma il dato chi viene visto con più interesse riguarda i 160mila che hanno fatto un salto avanti di affidabilità fiscale, passando da voti dall’1 all’8 all’accettazione di un percorso che li porterà al 10 in pagella.
Tutto questo comporterà – sempre secondo le stime in corso di perfezionamento – un incasso di 1,3 miliardi di euro, a fronte però di un aumento di base imponibile che tra imposte sui redditi (Irpef/Ires e sostitutiva per i forfettari) e Irap dovrebbe attestarsi intorno ai 14,8 miliardi di euro.
Le maggiori risorse per ridurre le aliquote
Le eventuali maggiori risorse che potranno arrivare fanno gola a tutti i partiti di maggioranza che vedono nel concordato un’opportunità per finanziare modifiche in manovra. Anche se, va ricordato, che il decreto legge collegato alla manovra ha previsto un utilizzo prioritario delle entrate dalla misura per la riduzione delle aliquote Irpef. Per il taglio della seconda aliquota dall’attuale 35% al 33% servono almeno due miliardi di euro, per questo la data del 10 dicembre per le nuove adesioni consentirebbe di avere una visione su quante ulteriori risorse possono essere generate dal concordato preventivo in modo da intervenire già direttamente in approvazione del Ddl di Bilancio, che si trova all’esame della Camera in prima lettura.
Fonte: Il Sole 24 Ore