Passaggio generazionale nel family business: sfide e opportunità per le aziende a conduzione familiare

Il cambiamento è un fenomeno che, pur mettendo in “crisi”, apre nuovi orizzonti ad una serie di possibilità. L’essere umano tende a mantenere l’omeostasi generale, ovvero un equilibrio sia fisiologico che psicologico. Questa condizione di stabilità interna, scritta nel codice genetico, a volte può essere disfunzionale e non permettere il cambiamento. Quando però si realizza, è un processo progressivo che richiede tempo e molteplici passaggi, con due aspetti principali da tenere presente: i piccoli cambiamenti possono generare grandi risultati e la loro manifestazione ancorché improvvisa è frutto di un processo graduale. In questo contesto, la presenza di un facilitatore esterno in grado di instaurare con l’imprenditore una relazione di supporto che sappia ascoltare e fare domande di “senso” può quindi fare la differenza.

Mi dice tre attributi che deve avere un imprenditore in grado di governare il cambiamento?

Lasciare il comando, soprattutto dopo tanti anni, non è facile, e lo si può fare solo accettando il flusso naturale della vita e la consapevolezza che la sfida del passaggio generazionale si può vincere. All’imprenditore si richiede coraggio, empatia e pazienza. Coraggio nell’affrontare un processo di cambiamento il cui esito è incerto, empatia verso le figure junior le cui idee e valori possono essere disallineate con quelle dei soggetti senior ma, soprattutto, pazienza. Se la successione è un evento istantaneo che determina il passaggio di proprietà, quote e azioni, la continuità è invece il percorso che porta al trasferimento di know-how ed esperienze da una generazione all’altra, un percorso che, in un momento in cui tutto è veloce, richiede molto tempo.

Lei parla di un set di strumenti utili a gestire il passaggio generazionale? L’intelligenza artificiale è uno di questi?

Ogni passaggio generazionale è unico, mentre i casi di fallimento sono uno diverso dall’altro e i casi di successo sono accomunati da alcuni capisaldi. Il primo è la pianificazione. È necessario pianificare dal passaggio di diritti, di responsabilità e della gestione fino alla progressiva uscita di scena delle figure senior. La via è quella di creare un affiancamento ponte a favore dei profili junior, una sinergia intergenerazionale, volta a conferire gradualmente la responsabilità di governare le dinamiche aziendali a questi ultimi. Il ruolo dei senior evolve quindi in quello di consigliere che supporta e guida le decisioni assunte. Questo passaggio di competenze dovrebbe essere bidirezionale, da un lato know-how ed esperienza e dall’altro tecnologia ed innovazione. Quando si concretizza un passaggio generazionale, è inoltre opportuno dedicarsi al rafforzamento della strategia e dell’organizzazione. Occorre domandarsi, in particolare, come si sta muovendo il mercato, quali sono le evoluzioni che impattano sull’impresa. Non si tratta solo di estrapolare dal passato ma di immaginare scenari futuri per essere sempre più competitivi. E in questa analisi prospettica, l’intelligenza artificiale può sicuramente essere uno strumento di grande aiuto.

Fonte: Il Sole 24 Ore